Marco 8 Trivelli (OnlyGoodMemories)
24/06/2021
In questo sito si sono avvicendati diversi ordini e istituzioni religiose.
La fondazione risale al 1250 circa, intitolato a "Santa Maria Maddalena delle Convertite" o "delle Penitenti", nel luogo dove già esisteva una casa di accoglienza per donne di malaffare "repentite" (o "convertite"), che seguivano la regola di San Benedetto.
Fu proprio dalle "repentite'" che forse derivò il nome della via, Borgo "Pinti".
Nel 1629 si verificò una fondamentale svolta nella storia del complesso, i frati fecero cambio letteralmente della proprietà con le Monache Carmelitane di Santa Maria del Angeli, spostandosi in Oltrarno. I frati portarono con sé il nome del Cestello, che ancora oggi si riferisce a San Frediano in Cestello dove si stabilirono, e a loro volta le monache fecero chiamare monastero di Borgo Pinti col nome antico di quello d'Oltrarno, Santa Maria degli Angeli.
Le suore portarono con sé anche le spoglie della consorella Maria Maddalena de' Pazzi, una carmelitana mistica morta nel 1607 e beatificata da papa Urbano VIII (del quale fu apposto un vistoso stemma Barberini e una lapide all'angolo con via della Colonna) nel 1626. Ma soltanto dopo la canonizzazione di Maria Maddalena, nel 1669, la chiesa venne ridedicata.
Oggi la chiesa, alla quale si accede da Borgo Pinti, e gli ambienti conventuali superstiti ad essa annessi sono passati agli Agostiniani dell'Assunzione (Assunzionisti), dal 1926.
Si tratta di un ordine di origine francese e la loro presenza suggella anche il ricordo di santa Teresa di Lisieux che qui si fermò in pellegrinaggio nel 1887, come ricordano una lapide sulla strada e una statua nella quinta cappella di sinistra. Furono i padri francesi a richiedere l'aiuto della Francia per restaurare la chiesa dopo i notevoli danni dell'alluvione di Firenze del 1966, come ricordano due targhe (in italiano e in francese) nel portico. In quell'occasione fu anche costruito il lato destro dell'atrio, utilizzando calchi dei capitelli antichi sul lato sinistro.
Nata in una delle famiglie più in vista della nobiltà fiorentina, da Maria Buondelmonti e da Camillo di Geri de' Pazzi, Maddalena era la secondogenita, battezzata come Caterina, anche se fu comunemente chiamata Lucrezia in onore della nonna paterna.
Aveva altri tre fratelli: Geri, Alamanno e Braccio.
Nella sua infanzia respirò l'atmosfera raffinata di una casa patrizia, come lei stessa ebbe a ricordare: «Amo per natura la grandezza, e non le cose brutte, ma ricche e belle» (PRO I, 68-69).
Bambina timida, poi adolescente schiva, fu seguita da due gesuiti, Rossi e Blanca, come confessori e direttori.
Essi la introdussero al Cristianesimo e la educarono alla preghiera. In due periodi (dal 25 febbraio 1574 al 1578 e dal 16 marzo 1580 al maggio/agosto 1581) fu educanda in San Giovannino dalle Dame di Malta.
Forse ancora troppo giovane, scelse di diventare monaca carmelitana, entrando nel monastero di Santa Maria degli Angeli, in Oltrarno, a soli sedici anni (27 novembre 1582).
Il Carmelo di Santa Maria degli Angeli fu il primo ad accogliere ufficialmente le donne alla professione nell'Ordine del Carmelo, grazie alla Bolla Cum nulla del 7 ottobre 1452, a firma di Niccolò V, durante il generalato del Soreth.
Ancora in vita veniva considerata una santa vivente per la comunità religiosa e laica fiorentina.
Nel 1611 iniziarono i processi per la beatificazione. L'8 maggio 1626 fu proclamata beata da Urbano VIII e il 28 aprile 1669 fu canonizzata da Clemente IX.
Le sue spoglie vennero trasferite in Borgo Pinti, in quella che sarà dedicata a lei come chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi, a seguito del trasferimento di tutto il monastero. Nel 1888, a seguito di un nuovo trasloco, vennero spostate nel monastero di santa Maria Maddalena dei Pazzi a Careggi, dove tuttora si trovano sotto la cura di consorelle carmelitane.
La memoria liturgica è il 25 maggio
Secondo le sorelle di S. Maddalena, fattori temperamentali come la timidezza e la giovane età, avrebbero frenato la libera espressione della giovanissima carmelitana
Angelo Mar.
18/07/2021
Ho partecipato ad una mostra d'arte. Posta in centro città e in zona pedonale, possibile raggiungerla con i mezzi pubblici e a piedi ....una passeggiata un po' lunga per chi arriva dalla Stazione FS.
Riccardo Fabbri
02/12/2019
Chiesa nascosta da un accesso sul Borgo Pinti che non lascia neanche immaginare il bello che nasconde allavista passandnella strada. Un in ampio cortile, un bellissimo chiostro che automaticamente ti trasporta in una dimensione di tranquillità, è l'accesso a questa chiesa con i suoi tesori. Vale la pena, eccome, visitarla.
Antonietta Laurendi
21/08/2021
La Chiesa sarebbe anche bella da visitare,ma è cupa, buia,spoglia e sporca..Non c'è neanche stata la possibilità di accendere un lumino perché non c'erano..una desolazione..peccato
Davide Pizzi
23/12/2019
In questo sito si sono avvicendati diversi ordini e istituzioni religiose. La fondazione risale al 1257, intitolato a "Santa Maria Maddalena delle Convertite" o "delle Penitenti", nel luogo dove già esisteva una casa di accoglienza per donne di malaffare "repentite" (o "convertite"), che seguivano la regola di San Benedetto. Fu proprio dalle "repentite'" derivò forse il nome della via, Borgo "Pinti".
Nel 1322 la struttura passò ai Cistercensi di Badia a Settimo.
Nel 1629 si verificò una fondamentale svolta nella storia del complesso, i frati fecero cambio letteralmente della proprietà con le Monache Carmelitane di Santa Maria del Angeli, spostandosi in Oltrarno. Le monache fecero chiamare monastero di Borgo Pinti col nome antico di quello d'Oltrarno, Santa Maria degli Angeli.
Le suore portarono con sé anche le spoglie della consorella Maria Maddalena de' Pazzi, una carmelitana mistica morta nel 1607 e beatificata da papa Urbano VIII (del quale fu apposto un vistoso stemma Barberini e una lapide all'angolo con via della Colonna) nel 1626.
Nella seconda metà dell'Ottocento, dopo la definitiva soppressione del convento (1866), il convento fu letteralmente tagliato in due dalla realizzazione dell'attuale proseguimento di via della Colonna.
Oggi la chiesa, alla quale si accede da Borgo Pinti, e gli ambienti conventuali superstiti ad essa annessi sono passati agli Agostiniani dell'Assunzione (Assunzionisti), dal 1926. Si tratta di un ordine di origine francese e la loro presenza suggella anche il ricordo di santa Teresa di Lisieux che qui si fermò in pellegrinaggio nel 1887, come ricordano una lapide sulla strada e una statua nella quinta cappella di sinistra. Furono i padri francesi a richiedere l'aiuto della Francia per restaurare la chiesa dopo i notevoli danni dell'alluvione di Firenze del 1966, come ricordano due targhe (in italiano e in francese) nel portico. In quell'occasione fu anche costruito il lato destro dell'atri, utilizzando calchi dei capitelli antichi sul lato sinistro.
Oggi la chiesa è frequentata in special modo dalla comunità sudamericana residente a Firenze.
La chiesa è preceduta da un atrio di epoca rinascimentale, progettato da Giuliano da Sangallo.
L'interno della chiesa si presenta armonico nonostante i diversi interventi e i diversi stili succedutisi nei secoli. Ad aula unica, ha sei profonde cappelle per ciascun lato sul modello di San Salvatore al Monte, ed è intonacato di bianco con eleganti fregi architettonici in pietra serena in stile brunelleschiano. La navata è quattrocentesca, il presbiterio è seicentesco, mentre il soffitto e la seconda cappella a destra risalgono al Settecento.
Sui fianchi si aprono sei arcate in pietra serena che corrispondono ad altrettante cappelle laterali; sui capitelli si possono ancora leggere alcuni stemmi di famiglie gentilizie che avevano il patronato della cappella. Ciascuna cappella presenta una volta a vela e una vetrata, tra le quali è particolarmente pregevole quella di San Lorenzo nella terza cappella a sinistra.
Oltre le cappelle la fascia superiore della navata presenta affreschi a monocromo intervallati da dieci tele realizzate a partire dell'anno della canonizzazione di Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1669-1670) con scene della sua vita; furono dipinte dall'estroso Cosimo Ulivelli e da altri pittori fiorentini.
Il soffitto conserva il maestoso affresco della Glorificazione della santa opera sempre del 1699 di Jacopo Chiavistelli aiutato da Angiolo Gori.
La Cappella Maggiore è uno dei capisaldi del barocco in ambito religioso a Firenze. Fu edificata a partire dal 1677 fino al 1685, per ospitare le reliquie della santa.
Il progetto fu curato dal romano Ciro Ferri, allievo di Pietro da Cortona, e fu portato a compimento da Pier Francesco Silvani. La cupola presenta un affresco di un cielo illusionistico dove appare raffigurata l'Ascesa di santa Maria Maddalena de' Pazzi con tutti i santi fiorentini, opera di Pier Dandini del 1701.
Segni dell'Auser
29/04/2021
Un luogo mistico nel cuore di Firenze. Immersione nella fede, dove visse Santa Maria Maddalena dei Pazzi, e un percorso assolutamente tranquillo nella cultura fiorentina dal Seicento all'Ottocento.
Ottavio Beccegato
20/09/2017
Chiesa interessante. Il soffitto affrescato è da risistemare ma molto importante; molto bella l'area absidale arricchita di marmi preziosi. Ci dono Alcune statue davvero belle.
giovanni saccani
03/05/2021
Ma era chiuso ...per Covid e non siamo riusciti a visitarla.