Cosimo Ciracì
16/11/2015
Locale dall'arredo discutibile. Travi a vista in legno molto belle, scala in ferro color caffè latte e due lampade di tre metri color rosa antico e argento (un pugno nell'occhio).
L'unica nota positiva è stata la gentilezza del personale che però si è dimostrato disorganizzato e lento, molto lento. Il primo piatto, arrivato dopo quasi cinquanta minuti dal nostro arrivo, è stato un presagio per una cena pessima dall'antipasto al dolce, anzi al caffè da allungare necessariamente con acqua. Ma partiamo per gradi. L'antipasto servito su tranci di pizza gommosa. Salumi e formaggio da discount. Abbiamo chiesto il giro pasta. Non per vantarmi ma sono un profondo conoscitore della pasta. Pennette alla arrabbiata poco piccanti e hanno usato la salsa al posto dei pezzettoni. Pasta con gorgonzola e noci polvetuzzate che in realtà del gorgonzola noi ha proprio nulla. Il gorgonzola è un formaggio forte invece la pasta sapeva di panna. Riso ai formaggi anche questo sapeva di panna. Tagliatelle ai funghi dal sapore insulso con due champignon e due pioppini. Gnocchetti al sugo alias quattro salti in padella. L'unica pasta passabile è stata quella allo scoglio. Ma passiamo al dolce. Panna cotta con tanta di quella gelatina da assumere il sapore delle caramelle gommose ricoperte di zucchero e per finire la consigliata torta di mele fatta in casa. Peccato che di mele non ce n'era nemmeno l'ombra. Era così asciutta da prosciugare il sessanta percento dell'acqua nel mio corpo. L'unico sapore era dovuto alla crosta un po' bruciacchiata.
Naturalmente lo consiglio a tutti perché, come direbbe Brignano, non è giusto che la fregatura l'abbia presa solo io.