Eugenio Iezzi
26/03/2023
Si scorge una nuova luce nel panorama del fine dining di Milano.
La sala è ben organizzata, con tavoli ampi e sedute molto comode, e trasmette un'eleganza leggera invitando l'ospite a rilassarsi per vivere con piacere l'esperienza che lo aspetta.
La cucina è di altissimo livello, con una ricerca delle materie prime molto elevata ed uno studio sul "vegetale" per nulla banale, anzi, capace di esaltare al meglio l'essenza di ogni singola componente.
Ogni piatto del menù degustazione sembra in grado di raccontare una sua storia, ma la sogliola con darphin di anemoni e zucca e jus di zucca speziato, con gli ingredienti che volutamente rendono le proteine comprimarie del vegetale, è stata la portata che può far davvero dire: "vale la deviazione".
L'abbinamento vini proposto dal giovane sommelier è stato perfetto e, soprattutto, cosa per nulla banale o scontata, personalizzabile sulla base delle proprie preferenze sia nella tipologia sia nel numero di calici.
Il conto è in linea con quanto ci si aspetta da un ristorante sito a pochi metri dal Duomo e dalla Galleria, in un contesto di eccellenza come quello del Park Hyatt. Anzi, considerando ogni aspetto dell'esperienza, si può anche sostenere che i prezzi del menù degustazione siano inferiori alla media di ristoranti di pari livello.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, il servizio. Sala molto giovane, ma già affiatata e ben organizzata, anche grazie all'adeguato numero del personale in rapporto ai coperti presenti, che trasmette passione e "voglia" per il proprio lavoro. E il risultato si vede.
Come piccola nota conclusiva e personale, un ringraziamento speciale, per la disponibilità dimostrata durante tutto il tempo trascorso al ristorante, è dedicato alla Restaurant Manager e ai due Assistant Restaurant Manager con cui c'è stata la possibilità di conversare, scambiare opinioni e condividere esperienze.
Infine, un ultimo ringraziamento va allo Chef Paternollo per aver dedicato il suo tempo, al termine della cena, a spiegare, con passione e amore, la sua filosofia di cucina.
Anna Barba
09/07/2022
Abbiamo organizzato una cena al Pellico 3, nuovo ristorante all'interno del Park hyatt Milano, incuriositi dagli articoli di giornale che abbiamo letto. Abbiamo fatto il menù degustazione di 6 portate: esperienza sublime, cura nel piatto e nella ricerca, mano e tecnica francese date anche dalle precedenti esperienze dello chef Guido Paternollo alla corte di Yannick Allenò e Allaine Ducasse, sapori mediterranei e contemporanei.
A fine cena abbiamo avuto la possibilità di parlare con lo chef, un ragazzo genuino e sincero. Ogni parola trasmette la sua passione e determinazione! Complimenti e in bocca al lupo!
Leonardo Bozzini
27/02/2023
cucina di altissimo valore, per le materie prime .per l’equilibrio dei piatti . La precisione nella cottura, l’attenzione dei particolari e le …coccole ….vedi “piccola “pasticceria.
Una brigata di sala deliziosa e ovviamente super competente senza scadere nell’esibizione