Michele Maione
24/09/2017
Ed i Nilesi i dedicarono una statua al Nilo, nella Napoli greca, poi la storia diviene complessa, la statua fu messa in disparte forse per avversione verso il culto Isiaco che si praticava contemporaneamente al nuovo culto monoteista, fu ritrovato nel 1400 per i lavori di sistemazione della sede del sedile e nuovamente ripersa e ritrovata; sulla lapide, che ho tradotto si legge come e da chi fu fatta l'opera di restauro, e fortunatamente lo abbiamo nel "corpo di Napoli" con il suo Corno (DEMA ma perché non usi questo?).
«Gli edili dell'anno 1667 provvidero a
restaurare e ad installare
l'antichissima statua del Nilo, già
eretta (secondo la tradizione) dagli
Alessandrini residenti nel circondario
come ad onorare una divinità patria,
poi successivamente rovinata dalle
ingiurie del tempo e decapitata,
affinché non restasse nell'abbandono
una statua che ha dato la fama a questo
quartiere. Gli edili dell'anno
1734 provvidero invece a consolidarla e
a corredarla di una nuova epigrafe,
sotto il patronato del principe Placido
Dentice. »
Pietro Magri
21/02/2020
L’autore della statua, in realtà ignoto, ha rappresentato la divinità fluviale con il corpo di un uomo con lunga barba, emblema di saggezza. Nella mano destra tiene una cornucopia, simbolo di prosperità, mentre ai suoi piedi vi è un coccodrillo, che ricorda la terra d’Egitto. Del Dio Nilo che possiamo ammirare nei nostri giorni, purtroppo, poche sono le parti originali: il tronco, le gambe, il braccio sinistro che cinge una sfinge e le onde sottostanti.
Alberto Barbero
13/11/2019
In largo Corpo di Napoli (in realtà oggi solo una piazzetta) la scultura marmorea romana del II, III secolo d. C. rappresenta il Dio, barbuto e semisdraiato tra le onde con sfinge e cornucopia che poggia su un alto basamento, più tardo, in piperno. La statua è stata più volte dimenticata, riscoperta e più volte restaurata nel corso dei secoli. Molto suggestiva.
Stefano Manzo
06/07/2018
Girando per le vie del centro di Napoli, ci si imbatte spesso in opere, poco note ma ricche di storia, una di queste è la Statua del dio Nilo, una scultura in marmo bianco del II-III secolo d.C. (non tutte le sue parti sono originali, poiché diverse sono opera di ricostruzione nel corso dei secoli)
La statua ha subito varie vicissitudini e danneggiamenti, ad esempio la mancanza della testa, che nel XVII secolo fu restaurata, con l’inserimento anche di altri elementi marmorei come i putti, poi subì ulteriori danneggiamenti e quindi ricostruzioni (quella più recente riguarda la sfinge, rubata nel secondo dopoguerra e ritrovata in Austria nel 2013) fino ad arrivare nel suo attuale stato.
La statua è molto bella, ma poco valorizzata.
Fabio Gaglini
05/05/2019
Ti sovrasta con quell’aria svagata e sorpresa, abbracciata a una sfinge più beffarda che enigmatica e un corno che promette fortuna e abbondanza. La storia di questa statua è affascinante, affonda le radici nel mix di popoli e culture che caratterizza Napoli, eretta dalle colonie alessandrine, integrata dei pezzi mancanti con elementi stratificati nel tempo, depredata e reintegrata, sembra sfidare il tempo e le sue ingiurie, distesa e pacifica proprio come sa fare la sua città.
Andrea Federica Serra
24/12/2018
Statua molto importante della città, molto conosciuta come punto di riferimento storico sul Dio del Nilo con un uomo accanto che porta una leccornia piena di palle e di denaro. C'è anche una scritta sotto in latino.
M. G.
23/04/2019
Tutto il centro storico di Napoli è da visitare accuratamente, ogni viuzza ha una caratteristica.
Antonino Parlato
30/12/2018
Situata in pieno centro storico, questa statua è uno dei simboli della città di Napoli. Restaurata di recente, e riportata all'antico splendore, merita decisamente una sosta: è immersa in via San Biagio dei Librai, ossia il decumano inferiore, una strada ricca di storia e di fascino, ma non è semplicemente "uno" dei tanti monumenti.
Michele Maione
24/09/2017
Ed i Nilesi i dedicarono una statua al Nilo, nella Napoli greca, poi la storia diviene complessa, la statua fu messa in disparte forse per avversione verso il culto Isiaco che si praticava contemporaneamente al nuovo culto monoteista, fu ritrovato nel 1400 per i lavori di sistemazione della sede del sedile e nuovamente ripersa e ritrovata; sulla lapide, che ho tradotto si legge come e da chi fu fatta l'opera di restauro, e fortunatamente lo abbiamo nel "corpo di Napoli" con il suo Corno (DEMA ma perché non usi questo?).
«Gli edili dell'anno 1667 provvidero a
restaurare e ad installare
l'antichissima statua del Nilo, già
eretta (secondo la tradizione) dagli
Alessandrini residenti nel circondario
come ad onorare una divinità patria,
poi successivamente rovinata dalle
ingiurie del tempo e decapitata,
affinché non restasse nell'abbandono
una statua che ha dato la fama a questo
quartiere. Gli edili dell'anno
1734 provvidero invece a consolidarla e
a corredarla di una nuova epigrafe,
sotto il patronato del principe Placido
Dentice. »
Pietro Magri
21/02/2020
L’autore della statua, in realtà ignoto, ha rappresentato la divinità fluviale con il corpo di un uomo con lunga barba, emblema di saggezza. Nella mano destra tiene una cornucopia, simbolo di prosperità, mentre ai suoi piedi vi è un coccodrillo, che ricorda la terra d’Egitto. Del Dio Nilo che possiamo ammirare nei nostri giorni, purtroppo, poche sono le parti originali: il tronco, le gambe, il braccio sinistro che cinge una sfinge e le onde sottostanti.