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Dicono di noi:
Assente dal 1961 da Ospedaletto Euganeo, sognavamo (io e la mia compagna), da sempre, di poter gustare il vecchio sapore del “ Baccalà alla vicentina”.
In visita al Santuario della Madonna del Tresto, chiesi dove poter mangiare del buono baccalà. Mi fu indicato da "Amilcare" (lontano una ventina di chilometri).
Percorrendo la strada, nel domandare informazioni sul percorso, tutti sapevano del "mitico Amilcare" e la "Casa Rossa" (che - ci risultò poi - di colore rosso ormai n’aveva ben poco, ma il “Gigante Buono", alla mia osservazione che il locale, all’esterno, di rosso serbava solo alcune tracce, mi rispose che: "bastava darghe el colore".
Il baccalà a pranzo era terminato. Pranzammo li e ritornammo per la cena.
Io e la mia partner trovammo il baccalà eccellente e… TANTO (troppo). Inutile fu la richiesta di bere del vino bianco. Lui affermò che il nero era meglio e a tutti gli avventori servì in tavola del nero, seppure le richieste erano per il bianco (scoprimmo poi che il bianco era terminato). La torta di mele risultò squisita e "un'ongia de grappa”, al posto dell'amaro richiesto, fu una singolarità.
L'Omone che si era presentato, ad accoglierci prima, e a servirci dopo, si dimostrò, nell'aprirsi a noi con un racconto personale, di una sensibilità non comune.
Le canzone anni sessanta/settanta, gettonate in un vecchio Jukebox, ci fecero da colonna sonora, rinvangando in noi gli anni di una Italia d’oro, dove, ancora, l’Uomo aveva un FUTURO.
Una serata che, io e la mia compagna, difficilmente scorderemo negli anni a venire.
GRAZIE AMILCARE PER LA SERATA.
Antonio e Francesca
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