Dicono di noi:
Prenoto tavolo per due, compleanno della mia fidanzata, per cui chiedo due cose: un tavolo in una bella posizione con vista ed una torta con candelini a fine servizio . All’arrivo veniamo accolti con cerimoniale formale ed elegante; entriamo nella sala e lì la prima situazione che da cliente risulta essere un po’ imbarazzante, ovvero: dove vi volete sedere? Quindi mi guardo attorno, chiedo alla mia fidanzata dove preferisse sedersi ed una volta scelto, nessun cameriere ci accompagna alle sedie. Ci dimentichiamo della svista con l’inizio del percorso culinario a cui diamo entrambi un voto molto alto, abbinamento vini compreso. Tra l’antipasto ed i primi, si siedono al tavolo di fianco al nostro: il proprietario, ed una influencer ( presunta ) con compagno, i quali per TUTTA la durata del pranzo ( due menu degustazione da 7 portate più dolce ) discutono del potenziale della location, la redditività delle stanze e dell’esiguo numero dei clienti portato da Instagram ( con i due ‘ ospiti ‘ che nel frattempo vendono il loro servizio in base a dubbi e perplessità del Signore ).
È stato davvero imbarazzante, anche perché tutto ci aspettavamo fuorché incrociare più volte gli sguardi e comunicare con l’espressione del viso il disappunto nel dover ascoltare quella tipologia di conversazione per una durata così lunga, nella sala principale ; senza ricezione del messaggio da chi, sul dettaglio ( parliamo comunque di 1 stella Michelin ) dovrebbe fondare la sua filosofia.
Risultato? Torta e dessert mangiato di fretta per il fastidio arrecato, conto pagato , sigaretta e struttura lasciata con più di una perplessità su quanto avvenuto.
A distanza di mesi, e siamo soliti girare per ristoranti di livello, questa cosa non riusciamo a dimenticarla; ecco la nostra customer experience alla Locanda del Pilone.
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