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Dicono di noi:
Nonostante numerosi difetti, un posto caratteristico e gradevole in cui la pizza è discreta e talvolta interessante, e in cui si prova a tornare ancora, anche affrontando un po’ di strada. Eppure i difetti di sempre si acuiscono.
Bella sorpresa trovare il locale aperto al terrazzo: una peculiarità preziosa per il centro storico di Avigliano e un bel colpo per venire incontro alle limitazioni per il Covid-19 finché il tempo, ancora per poco, lo consentirà. Peccato che sulla terrazza si stia stipati all’inverosimile, in un centinaio di coperti, tra bambini che strillano, camerieri grondanti ed esausti e attenzioni del personale da carpire a fatica.
Questo peggiora la situazione di una cucina affaticata e disorganizzata, che costringe a attese, errori, mancanze. Questa volta attendiamo 1:30 per l’ordinazione, oltre 2 ore per ottenere ciò che avevamo ordinato. Inaccettabile.
Birre sgasate o esaurite, acqua frizzante calda, acqua liscia in bottiglietta perché l’altra doveva essere ancora più calda.
In più la motivazione principale per cui mi reco – nonostante tutto – in questo posto comincia a scemare un po’ clamorosamente: la pizza col baccalà non sa più di niente. Il baccalà, da alimento sapido e deciso, è diventato qualche batuffolino insapore e “delicato” spiaggiato su un fondo di mozzarella.
Due pizze con impasti speciali: del tutto identiche alle altre.
Agghiacciante anche la “mozzarella” con cui sono conditi gli gnocchi fritti: quella specie di pasta asciutta e maciullata con cui si compongono le pizze.
L’impasto resta buono, nelle sue varianti al forno e fritta.
Per finire: pioggia piroclastia sui tavoli. Frammeti di cenere forse provenienti dai camini della cucina si depositano su capelli, vestiti, tavoli, cibi e bevande.
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