Menù del ristorante:
Crema di patate dolci, topinambur, cardi, caldarroste e tartufo bianco €50.00
, Insalata di crostacei e foglie d'autunno €35.00
, Agnello e trombette nere €30.00
, Baccalà al latte, caramello di cipolla €25.00
, Pesce secondo mercato, topinambur e salsa al brut Alta Langa €30.00
Dicono di noi:
Sono appena rientrata da un pranzo splendido in questo ristorante. Pranzo di famiglia con uno di quei tavoli che ai ristoratori non vanno così a genio: gente che non ordina menù elaborati, non beve bottiglie costose, bambini al tavolo che chiedono piatti più semplici. Eppure perché mi sento una Regina? Forse perché anche se hanno una stella Michelin e dominano nel panorama gastronomico piemontese da decenni, rimangono fedeli alla regola più importante: far sentire bene gli ospiti. La prima volta che ho conosciuto questo ristorante avevo 19 anni, eravamo in coppia, e posso dire altrettanto. Il cibo è da capogiro, oggi ho provato le triglie fritte e il rombo, tutto cucinato con garbo, senza togliere il gusto alla materia prima, buonissima, ma preparato con una tale abilità da farti pensare. A come sia possibile. Ho assaggiato un carciofo, all’apparenza semplice, condito con una salsa bernese, lo assapori e ti chiedi come mai altrove un carciofo così non l’hai mai trovato. Ho assaggiato gli spaghetti ai ricci di mare, in un boccone ritrovi tanti di quei gusti così ben abbinati che ti vengono le lacrime agli occhi. E il cibo è solo il “contorno”... Perchè tu sei andato lì per la compagnia, per ritrovare la bellezza di pranzare di nuovo fianco a fianco con le persone a cui vuoi bene e l’atmosfera è importante. Abbiamo mangiato nella veranda, distanziati, all’aperto con tutto il rispetto delle nuove norme. Svolazzavano le foglioline delle piante intorno, sul tavolo non mancava mai nulla, mi
hanno ubriacata a forza di farmi trovare sempre il calice pieno di vino. Non sono mancati i sorrisi, le gentilezze e i ristoratori ultimamente non hanno tanto da sorridere. Lo chef è passato a salutare al momento del dolce (tra l’altro, se non prendete il soufflè vi pentirete) e non per prendere l’applauso o la gloria. Semplicemente per capire chi ha assaggiato i suoi piatti e se sono piaciuti. Si capisce dall’energia che emana. Il prezzo è medio-alto, ma mai quanto il dispendio di energie e abilità che c’è dietro ogni piatto, rivisto sotto questo punto di vista diventa quindi molto equo. Lo consiglio vivamente.
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