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Seconda esperienza spiccicata in poco tempo. Una di quelle storie che mi fanno davvero incavolare. Si chiamasse Rosso Racìn rasenteremmo un bacaro veneziano. Il pane duro cunzato che ti offrono ricorda pure i cicchetti. Una minuscola osteria quindi, defilata in un vicoletto del centro. La gente fuori a maneggiare bicchieri, qualche tavolo di legno minimalmente apparecchiato, vino della casa preferito alle bottiglie e si mangia quello scritto a gesso sulla lavagna, quello che c'è insomma. "Oggi abbiamo le sarde, come gliele cucino?"...un sogno. Bene direte allora e invece...e invece sto qui a scrivere la mia delusione. E non c'è un motivo particolare, ma forse tanti particolari motivi. Speravo di trovarmi come a casa...e mi sono sentito un intruso. Speravo in un cibo confortevole, che ti scalda il cuore...ed è rimasto tiepidino, il cuore intendo. Speravo di uscire coi sensi appagati...e sono uscito col senso di pagato...troppo. Malgrado ciò, amici mangioni, fatela una tappa qua, se la merita. Come credo meriti un paio di pallini in più, ma lo faccio per stimolarli a diventare davvero....un posto giusto. Io tornerò un'altra volta fiducioso che possa non essere l'ultima.
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