Dicono di noi:
Gita fuori porta. Alle 9.15 si parte alla volta di Casteggio, azienda vitivinicola Picchi. Ci aspetta la visita guidata in vigna, uno sguardo alla cantina e poi il pranzo. È una giornata targata Cristina, è lei l'artefice della riunione di dodici persone, delle quali ben sette a me sconosciute.
Il tempo non è eccezionale ma non piove e questo per noi è abbastanza. Il poco più che trentenne Stefano Picchi è la nostra guida; è un simpatico ingegnere (con un grosso difetto: è juventino) ma ha abbandonato i calcoli statici per il richiamo della terra, così con orgoglio ci racconta le origini della azienda partendo dal fondatore, il bisnonno Felice di ritorno dall'Argentina dopo aver cercato fortuna, lo sviluppo nel periodo post bellico e il recente cambio di passo verso una produzione di qualità, con il fratello Gabriele, enologo, importante riferimento nel nuovo corso aziendale sotto l'occhio vigile ed esperto del Babbo.
Mentre siamo in attesa di pranzare e soprattutto di bere, pardon, di degustare in questo accogliente agriturismo immerso nei vigneti, osserviamo il nostro Virgilio intrattenere i vari avventori nell’ampio spazio verde apparecchiato con diversi tavoli ben distanziati tra loro, in ottemperanza alle disposizioni sanitarie sul Covid.
Oltre il giardino non possiamo non notare il movimento dei trattori guidati dal Babbo e dal fratello, mentre apprendiamo che la Mamma è in cucina, coadiuvata dalle nuore in sala. Ciascuno ha il suo ruolo, tutti hanno il loro peso e contribuiscono al risultato d’impresa. Questa è una azienda di famiglia. Una garanzia.
Grazie al rapporto di amicizia dei Picchi con Cristina, ai nostri tavoli oltre agli ottimi vini in menù ovvero extrabrut di pinot nero (e di cosa se no? siamo in Oltrepo!), uva rara 2017, pinot nero Terramossa e Circe croatina 2018, giungono bottiglie impreviste come i millesimati metodo classico del 2016 e 2017, il Felice 2015 riserva del fondatore, il Barbera 2007 (produzione cessata per privilegiare la croatina), e una chicca bestiale, l'uva rara passita, fuori commercio, frutto di esperimenti e riservata a pochi eletti, e noi fortunatamente e un po' per caso, tra questi.
L'ottima cucina accompagna lo scorrere senza sosta del vino (in genere si dice il contrario) fino a perdere la cognizione del tempo. Sono già le cinque della sera e mentre gli albionici in qualche altra parte del mondo bevono il tè noi paghiamo l’onestissimo conto e riprendiamo la strada di casa.
E quando pensi che la giornata sia finita, significa che non hai fatto i conti con l’inesauribile Cristina.
Dopo un paio d'ore eccoci tutti e dodici nel giardino di casa sua per inaugurare la Weber barbecue, senza nessuna defezione. Oramai è un marchio registrato: "No Cristina? No party!" direbbe George Clooney.
Si è verificato un errore! Riprova tra qualche minuto