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Dicono di noi:
il titolo della recensione non si riferisce ovviamente agli omonimi ristoranti, uno dei quali proprio in zona, è un modo per dire che la quintessa è un ristorante di livello, direi anomalo per i castelli. Il locale occupa un fronte molto ampio del lungo lago di Castel Gandolfo, soprattutto con diversi spazi all'aperto che sia per la stagione sia per il covid sono in questo momento apprezzati. Non c'è traccia quasi di prodotti tipici o presunti tali: la cacio e pepe, per dire, viene servita con una tartare di gambero. Ma più che su una rivisitazione di cucina tradizionale siamo su una linea abbastanza classica, con forte impronta di mare sulla quale ci siamo indirizzati prevalentemente, scegliendo come antipasti i moscardini fritti è un guazzetto di polpetti, decisamente più saporito il secondo anche se il fritto non era pesante. Per quanto riguarda i primi di eravamo già orientati all'aragostella e poi abbiamo preso degli gnocchi ripieni di ricotta di bufala con pesto di rucola, in questo caso hanno vinto gli gnocchi per l'equilibrio azzeccato tra il sugo estremamente saporito e la delicatezza di gnocco e ripieno. Sarà comunque la lunga assenza dai tavoli o la quantità e la robustezza dei piatti, ma dopo i primi non siamo riusciti a prendere nemmeno un contorno. Il servizio è cortese, attento, peccato solo per la persona che girava tra i tavoli senza mascherina! Il conto è proporzionato, abbiamo speso €65 con due calici di vino
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