Dicono di noi:
Con decor anni 60 rigorosamente non rinnovato, e il padrone-chef che apre solo 3gg a settimana in attesa della pensione, nulla della meraviglia di questo locale trapela da fuori e nemmeno da dentro finché non iniziano ad arrivare i piatti.
E poi si scopre la maestria di questo artista del pesce di fiume. Non scegliete, fate portare - sono cose meravigliose e mai provate, una dopo l’altra. Tutto minuziosamente spurgato e spinato che rivela sapori e emozioni sconosciuti di carpa, pesce gatto e tinca. Si narra che al proprietario si è offerto un contratto biennale per portare le sue conoscenze uniche in un ristorante stellato di Milano, ma lui ha preferito l’anonimato della nebbia alessandrina. Perciò vi dovete spostare, prenotare e scoprire i risotti al tinco trifolato e col pesce gatto alla vicentina, prima del salmerino con funghi e gorgonzola. Non rifiutate la torta casalinga con la panna fresca alla fine, e degustate anche la birra artigianale e i liquori tutti fatti in casa. Si spende quasi nulla per un esperienza indimenticabile.
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