Dicono di noi:
Sono capitato in questo posto con un gruppo di amici perché tutti gli altri ristoranti di Città Sant’Angelo erano pieni, e ho capito quasi subito perché qui, invece, di sabato sera, ci fosse posto. A parte il servizio, che definire distratto è eufemismo, e il menu detto a voce in maniera disordinata, bisognerà dire qualcosa di più sul cibo: terrificante. Una focaccia presurgelata con robe varie sopra (ne sono arrivate tre per 11 persone, quantità decise a caso dal cameriere), vino sfuso cattivo come non ne bevevo da anni, nemmeno la gassosa ad aggiustarlo, visto che è arrivata la sprite! Saltati i primi (per fortuna!) arrivano due vassoi di arrosto misto con braciole della consistenza del cuoio vecchio, agnello carbonizzato e 20 arrosticini per undici persone. Non c’era traccia di salsicce, annunciate dal cameriere, né dei contorni richiesti. Ora, se la descrizione della serata si esaurisse a questo, avremmo già il ritratto del disastro. Purtroppo, non è finita qui: una tragica orchestrina elettronica con uno stonato al microfono che coinvolgeva dei derelitti ai tavoli in spaventosi karaoke, il tutto ad un volume così alto da rendere impossibile parlare col vicino (ed eravamo all’aperto). Poiché nessuno, come è facile comprendere, godeva di simile manifestazione d’arte canora, e dunque nessuno al tavolo applaudiva, il cantante ci prendeva in giro e rimproverava perché non applaudivamo! In tutta fretta chiediamo il conto: velocissimo il cameriere ci comunica (a voce, come il menu...): “20 euro a testa”. Pur di andarcene da quel macello disastroso nel più breve tempo possibile paghiamo e fuggiamo, ma poco dopo ci troviamo a chiederci: 220 euro per tre focacce e due arrosti misti? Probabilmente, come al Florian di Venezia, abbiamo pagato il supplemento orchestra dal vivo. Mai più, mai più, mai più.
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