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Il 21/09/2020 la mia compagna ed io ci siamo fermati a pranzo sulla terrazza di questo rifugio, di cui ci avevano parlato bene. Stando al menù, con piatti tanto ricercati quanto improbabili per un rifugio di montagna, alla ricca carta dei vini e ai prezzi esorbitanti, se la tirano da ristorante stellato, ma il livello è complessivamente quello di una bettola.
Proviamo a sintetizzare. Il tavolo era sporco, la tovaglia era sporca e perfino uno dei due tovaglioli (di carta) era sporco. Nonostante nel locale ci fossero pochissime persone, abbiamo aspettato 10-15 minuti prima che qualcuno ci considerasse. Quando ho provato a ordinare un menù, tra l'altro piuttosto costoso, presente sulla lista, la cameriera mi ha detto che quello era solo da asporto: a parte che sulla lista non vi era alcuna indicazione al riguardo, mi sembra assurdo che non potessi consumarlo al tavolo, ma che dovessi andare a mangiarmelo su una panchina o su un prato. Ho ripiegato su un piatto di "tagliatelle porcini e speck croccante" (16,50 euro) e la mia compagna su una "cotoletta impanata con patate fritte" (21,00 euro). Di speck croccante neanche l'ombra. I funghi, che non potrei dire se fossero porcini o funghi coltivati perché erano furbescamente tagliati piccoli piccoli, avevano un gusto di cartone. La pasta era salatissima (non solo come prezzo). Per quanto riguarda la cotoletta, l'impanatura si staccava dalla carne, segno evidente che era stata impanata qualche giorno prima e riscaldata sul momento. Le patatine, surgelate, erano l'unica cosa mangiabile. Sul tavolo niente pane. Lo abbiamo chiesto e dopo un bel po' ci hanno portato un cestino con quattro pezzi di pane vecchio, probabilmente avanzato da altri clienti. Abbiamo scoperto solo in seguito che era un optional e che costava 1,50 euro. Non oso immaginare quanto sarebbe costato il formaggio, qualora avessimo avuto l'avventatezza di richiederlo.
Una menzione a parte merita la cameriera, a cui bisognerebbe insegnare che i clienti vanno serviti in ordine di arrivo e non in ordine di nazionalità e che, nella fattispecie, i clienti tedeschi non devono necessariamente avere sempre la precedenza su quelli italiani. Ma forse sarebbe bene partire dalle basi: i piatti si appoggiano sul tavolo e non si porgono direttamente ai clienti, specie se, così facendo, li si costringe a interrompere quello che stavano facendo (nel caso specifico, infilarsi la giacca).
Dulcis in fundo, dopo avere pagato (16,50 euro per 1 piatto di tagliatelle porcini e speck, 21,00 euro per 1 cotoletta con patatine fritte, 4,00 euro per 1 lattina di coca cola, 2,50 euro per mezzo litro di acqua minerale, 1,50 euro per 4 croste di pane, per un totale di 45,50 euro), la cameriera se ne stava andando senza darci lo scontrino (scontrino che avrebbe tranquillamente potuto stampare seduta stante con la stessa macchinetta portatile con la quale aveva gestito le ordinazioni). Dopo averglielo chiesto espressamente, abbiamo atteso invano per 10 minuti, nonostante il locale fosse praticamente vuoto e i camerieri si facessero gli affari loro. Secondo sollecito e finalmente, dopo altri 15 minuti ce lo hanno portato, con malcelato "scazzo". Passi la scarsa qualità del cibo, passi la maleducazione della cameriera, passino pure i prezzi fuori dal mondo, ma assecondare, tacendo, anche questi comportamenti da furbetti non mi sembra giusto. Spero che prima o poi la Finanza faccia loro una visitina.
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