Aperitvo con analcolico: il migliore a Corvara in Badia

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Dicono di noi: Ho iniziato a frequentare Corvara dal 2002 e con la Perla è stato subito amore a prima vista ...dalle sue meravigliose Stües , alla loro punta diamante ..la Stüa de Michil fino al Bistrot. Per questo mi sono trovato in grande imbarazzo quando ho dovuto scrivere questa recensione. Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un locale di livello assoluto in cui regna e “deve regnare “ sempre l’eccellenza nei confronti del cliente ... ma proprio per questo se si inizia una valutazione questa non può essere clemente se ci sono delle pecche . Nello specifico mi riferisco al Bistrot. L’accoglienza verso il cliente , l’organizzazione in sala , la professionalità , puntualità e precisone del servizio in sala erano e restano sempre ineccepibili.. perfette nei modi e nei tempi ..il cliente si sente coccolato è viziato senza aver mai la sensazione di invadenza da parte del personale. La carta dei vini è ancora “monumentale “ in qualità e profondità con delle chicche da grande appassionato. La nota dolente che fa forzosamente scadere la valutazione è quella relativa alla cucina. Da subito il menu nella descrizione dei piatti appare troppo sperimentale, con accostamenti che anche a livello teorico risultano slegati , azzardati .. lasciando il cliente nel dubbio del risultato. Fino a questo punto però il credito del locale ha ancora molta valenza e anzi alimenta la curiosità . Purtroppo nel momento in cui viene sollevata la cloche, già l’impiattamento appare scolastico senza verve .. quasi anonimo... ma il peggio arriva al momento dell’assaggio. Per esempio nella rana pescatrice il pure’ di zafferano annientava completamente il sapore del pesce .. già di per se delicato di suo , facendo passare in secondo piano l’ottima gremolada. Peggio ancora la ricciola al vapore ... troppo coriacea nonostante la tecnica di cottura ,accompagnata da brodo di piselli completamente anonimo che era slegato in tutto e per tutto dalla pietanza principale..un piatto assolutamente già progettato male in via teorica . Ottima come sempre la tartare ... ma qui siamo sui fondamentali... l’aver sbagliato anche questo avrebbe comportato un giudizio ancora inferiore . Si salvano le pappardelle al cacao ... un primo con grossa personalità e ottima struttura in cui il cacao sposa benissimo il sapore forte di cacciagione del capriolo e la ricotta al ginepro rende il tutto più delicato spegnendone i toni fino al giusto livello. Dolci che restano buoni ma non sublimi. A mio avviso la brigata in cucina vive un momento di confusione avendo intrapreso una strada sperimentale errata in luogo di un maggior ancoraggio ai sapori tipici ladini e soprattutto alla meravigliosa qualità delle materie prime che questo luogo sa regalare ... sono favorevole alle nuove frontiere di sapori e accostamenti in cucina ... ma questi devono essere ben calibrati e progettati ... altrimenti si rischia di andare incontro ad esercizi di stile fini a se stessi ... che talvolta non hanno né capo né coda. Il prezzo resta proporzionato all’ offerta che l’ambiente nella sua interezza sa ancora regalare ... ma se ai fornelli non ci sarà una drastica svolta .. alla lunga potrebbe risultare sbilanciato per il cliente. Non posso non voglio e il cuore mi dice che non devo bocciare in via definitiva questo locale da me tanto amato... per questo concludo dicendo che spero sia stata solo una deviazione dal giusto percorso e che presto il Bistrot de la Perla .. tornerà nel posto che più gli si addice .. ossia il top della ristorazione.