Dicono di noi:
...della serata d’inverno piú inclemente si trasforma in una guida amica per la sua consueta, inestinguibile curiosità e i passi che l’accompagnano.
Così decise di lasciare ogni lusinga della cittá per puntare il desiderio di conoscenza ai dintorni… anche se non troppo d’intorno.
Pochi scampoli di tempo soltanto e giunge alla sua méta, verso la quale aveva giá occhieggiato in molteplici occasioni; incuriosito dal fatto che gli fosse apparso come un luogo dove lui avrebbe potuto scegliere e decidere di trascorrere il proprio tempo
Mentre si avvicina, colpisce la sua attenzione come questa mèta appaia in tutta la propria evidenza perché si rivela dove l’intersecarsi di due vie si fa’ arrotondato fino a compiersi in cerchio perfetto , nel proprio centro d’incontro.
Mentre le luci, l’autentico riverbero d’invito, fanno in modo che per questa presenza divenga impossibile sfuggire allo sguardo del viandante così attento mentre indugia nella sua ricerca.
Ancora pochi passi e non appena ne varca la soglia, viene accolto da calore e atmosfera, luce quieta e chiacchiericcio... le piú autentiche premesse per un tempo d’incontro, annunciate da un luogo la cui esistenza parla come un ritrovo ideale d’amicizia e compagnia, amore e promesse, riflessione e scelta....
Quello che balza all’attenzione del viandante è come l’ingresso e il suo circostante sappiano unire in se stessi due occasioni di tempo in antitesi tra loro… ma solo in apparenza: permanenza di poco e quella piú a lungo.
Questo è ciò che gli dice la presenza dei tavoli, raggruppati in alternanza tra loro per foggia e dimensione; l’indice piú evidente di un tempo condiviso, proprio accanto a quello che in tutti i luoghi come questo è da sempre il simbolo stesso del commiato o di una breve presenza: il banco.
Mentre ancora dove lui si attarda e indugia sembra voglia quasi trattenerlo, la parte successiva che si affaccia al suo sguardo, rispecchia ciò che pare ne sia l’evoluzione: come se fosse la conseguenza, dove questo luogo celebra il convivio nella sua forma piú compiuta.
Un tratto distintivo e particolare, insolito e inaspettato, è l’intreccio spesso curioso forse imprevedibile dovuto all’accostamento di ciò che costella pareti e superfici; mentre il viandante scopre quanto possa rivelarsi assai arduo il compito di riuscire a trovare tutte le forme e dimensioni che rappresentano il simbolo stesso di questo luogo; origine e ispirazione del suo nome.
Mentre la manifesta disposizione, in apparenza casuale, di tutto ciò che si trova sul banco di mescita e accoglienza, non puó che dargli l’assoluta percezione di trovarsi nell’atmosfera che appartiene solo a dove amici d’antica data si circondano del piacere d’un benvenuto sincero, ammantando il tempo d’affetto: la propria casa.
Così lui, si trova a riflettere come anche se le due parti di questo luogo sono improntate a significati dalle caratteristiche diverse, percepisce come dopo quel segno inestimabile d’accoglienza, questa méta sembra in attesa che compia solo pochi passi…
Prova ne sia il fatto che non appena il viandante varca la soglia del secondo ambiente, passando oltre a un ideale diaframma tra queste due parti, gli pare di fare il suo ingresso in una dimensione inaspettata anche se giá immaginata.
Come fosse il passaggio tra un luogo dinamico e quello successivo di sosta e stasi.
È una parte più ampia e come lo sguardo del viandante scopre osservandolo, dedicata a chiunque voglia trascorrervi il proprio tempo senza alcun limite che non sia il proprio desiderio di restarvi anche a lungo; condividendo sé a coloro con i quali vi si accompagna, dove l’essenzialità di questo circostante lascia libera ogni condivisione: animica, di piacere, della conoscenza e di nuovi incontri.
Un fascino, questo, che si delinea fino a farsi strada in lui; cosí come percepire distintamente come queste Anime possano trovare la propria dimensione in compagnia; per solo e puro piacere di condividersi; in un
luogo dove esprimersi, prediletto, al quale tornare… nel quale tutte sono accomunate dal proprio senso d’appartenenza.
Eppure…
… anch’egli percepisce nella propria Anima come l’autentica magia di un luogo, questo, non si trovi solo nell’atmosfera che lo permea, nella ragione per cui chiunque scelga di trascorrervi il proprio tempo, è ben felice d’approdarvi vivendo fino in fondo questa scelta.
Ancora una volta, alza i suoi occhi dopo aver assaporato uno tra i piú deliziosi succhi di Bacco che mai abbia avuto il privilegio d’incontrare.
Così si rende conto di come l’apparente inordine casuale s’accompagna a lui ovunque intorno, accanto al suo tempo che, trascorso, ormai sta volgendo al termine; donandogli la sola certezza che lui abbia sempre cercato in ogni luogo: quella dell’appartenenza e quindi del ritorno.
Come sempre accade a questo punto, una presenza dentro di lui, fino nel profondo di sé, gli sussurra che il momento del commiato lo sta attendendo, pronto ad accompagnarlo fino a ciò che il viandante sa essere sia il suo ritorno: sono suoni, rumori e luci… attimi di moto, ombre di passaggio e passi sommessi…
È cosí che quest’ angolo di cittá, ormai familiare e dal quale lui non nutre alcuna intenzione di separarsi nel tempo a venire, lo chiama reclamandone la presenza di nuovo lungo un itinerario già percorso.
Ma, d’improvviso, ancora una percezione ha il potere non di sorprenderlo bensí di confortarlo confermandogli quella certezza in lui.
Varcando quella soglia, il viandante sa che in se stesso da questa notte vive una consapevolezza nuova: ogni volta che sceglierà questa méta, non sarà un ritorno… bensí l’accoglienza in questo luogo d’amicizia e assoluta quiete, dove il proprio sé troverà sempre ogni rifugio possibile.
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