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Dicono di noi:
La sera in cui ci siamo capitati era il 1 ottobre e c'era la Luna piena. Ora non è che ci siamo rincitrulliti e abbiamo iniziato a credere agli oroscopi, ma pare che il destino sia tornato di moda e allora bisogna ammettere che, quando ci siamo fermati in questa pizzeria, i segni c'erano proprio tutti: il cielo nero in lontananza, la pioggia in arrivo, l'aria di danze e di musica; così abbiamo scelto di fermarci: una casina di legno adiacente alla strada, il prato davanti, una tettoia spartana. Insomma, un luogo in cui torni un po' indietro nel tempo, nei boschi in cui si veniva e ci si conosceva, anni fa, e che ora un po' mancano a quelli come noi, che adesso invece abbiamo imparato a sognare anche da soli.
Così, rimasta di nuovo senza la mia amica di Ferrara (che da quando abita a Bologna ha smesso di mangiare come una volta) in questa notte di Luna piena si è voluto anche un po' sfidare il destino: che tanto poi la pioggia è arrivata il giorno dopo, come un temporale che travolge tutto, tranne te. Che resti ora in silenzio a pensare a quella pizza buonissima, al peperoncino che ti hanno regalato (e che ora stai facendo seccare nel forno), a quella strada lontana ma vicina, in cui hai poi ballato in un garage e di nuovo ti sei sentita viva. Dopo tanto tempo.
E questa recensione malinconica è un po' fuori dal mio stile, è vero, ma vi consiglio di fermarvi, se potete, "al peperoncino", perché anche se sembra arduo da mangiare e vi anestetizza la bocca, è però antinfiammatorio e la sua scorza rossa non è poi così male. Anche perché poi, se ti tocchi gli occhi, ti fa piangere. Ciao.
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