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Dicono di noi:
Avendo letto commenti entusiastici sulla pinseria, che avrebbe il vantaggio di trovarsi a 30 metri da casa, un giorno abbiamo deciso di provare.
Siccome io avevo un brutto mal di gola e mio marito non stava bene non prenotavamo alcun tavolo, ma avendo chiesto in mattinata di vedere il menù su internet telefonavo un po’ prima delle 20:00, chiedendo di poter ritirare una mezz’ora dopo le due pinse ordinate a voce.
La pinseria era mezza vuota e in un momento buono, nel senso che alcuni tavoli erano ancora vuoti e ad altri erano seduti clienti che stavano già mangiando o avevano terminato; quindi presumevo che non avrei dovuto aspettare tanto, perché immaginavo che non sarebbe stato complicato inserire, fra le altre, l’ordinazione di due sole pinse da portar via… povera illusa.
Non solo nessuno mi considerava per qualche minuto buono, impegnati com’erano a spillare birre e correre da una parte all’altra; ma sin qui nessun problema. Il fatto è che, quando finalmente riuscivo a intercettare uno dei ragazzi dal banco, mi rendevo conto che NON AVEVANO ANCORA INVIATO L’ORDINE TELEFONICO AL “PINSAIOLO” (ED ERA PASSATA UNA BUONA MEZZ’ORA)…
Saranno state le 20:40 quando la comanda per due pinse da asporto “Romolo” e “Pitteda” veniva portata, finalmente, in cucina; sono uscita dal Bacciara alle 21:25…! Eppure sapevo che la caratteristica della pinsa è nella lunghissima lievitazione, sino a 48 ore, ma che per contro la cottura è più veloce, altissima temperatura per pochi minuti…
È vero che il titolare, mentre aspettavo, mi offriva un calice di bianco e per scusarsi dell’attesa insisteva per non farmi pagare la “Romolo”, ma la mia esperienza ha confermato che c’è qualche problema di fondo e ricorrente nella gestione delle ordinazioni e delle tempistiche di lavorazione e di servizio, segnalato da altre recensioni precedenti alla mia. Quella sera avevo la gola in fiamme, e non vedevo l’ora di ritirare ciò che avevo chiesto con un congruo anticipo e andarmene a casa…
Purtroppo il mio giudizio non può essere mitigato e rivisto al rialzo considerando la qualità del prodotto, che ahimè nel nostro caso non è stata soddisfacente…
Non ci siamo; a noi le due pinse non sono piaciute, ma non per le farciture (di qualità e abbondanti, e con accostamenti interessanti letti sul menù), bensì per il gusto cattivo d’olio che sovrasta su tutto, rovinando l’insieme.
Non si sente il sapore di una pasta da pinsa che sa di farina e di quello che ci deve essere, ma, purtroppo, soltanto l’olio che, versato in abbondanza sulla base, cola giù e non è piacevole al palato, una volta cotto ad alta temperatura sul fondo della teglia (chi conosce il gusto del “panfocaccia” del mio panificio preferito di Pontedecimo sa cosa voglio dire… ma quello è soprattutto focaccia e quindi ci sta e l’ho mangiato alcune volte, anni fa, la pinsa invece in questo modo si snatura…).
Peccato, perché se si limitassero ad aggiungere un filo d’olio a crudo, in uscita, o al più senza esagerare con la quantità in modo che non debordi e diventi fastidioso, le loro pinse sarebbero ottime…
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