Primi: il migliore a Genova

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Dicono di noi: Il Caffè del Teatro si trova nella migliore location possibile in città: i tavolini si affacciano su Piazza De Ferrari. La posizione attrae naturalmente turisti, gente d'affari, teatranti e genovesi comuni. Ci sono stato in varie fasce orarie e perciò posso dare un'opinione su colazione, pranzo e aperitivo. Per la colazione l'offerta è varia e ricercata: oltre a generosi tramezzini e prodotti da forno, si può trovare la focaccia di Priano - quella voltrese con la farina di polenta sopra - e delle saporite brioche salate. In orario aperitivo si beve bene, si mangia meh. O perlomeno il cibo no non spicca per quantità o ricercatezza. Come in altri posti, con vista migliore. Se invece disgraziatamente foste a dieta, potreste pranzare con una delle migliori insalate nizzarde del centro: ricca, gustosa e con eccellenti materie prime. Per otto euro e cinquanta vi mangiate i filettini di ventresca ammirando il didietro del cavallo di Garibaldi al fresco del porticato. Non mi pare male. Servizio mediamente gentile, con picchi positivi se a servirvi saranno le lavoranti di sesso femminile, leggermente calante nella componente maschile. Prezzo allineato a realtà di questo genere. Doveste mangiare fuori tutti i giorni potrebbe essere impegnativo. Ma ottimo per tutte le altre evenienze. Alziamo il sipario!

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Dicono di noi: Quando mia figlia mo ha telefonato per dirmi che il ristorante era chiuso ho pensato a uno scherzo anche perché il pranzo della Cresima, prima rimandato per il Covid e poi per la zona arancione, era diventato quasi una sfida. Per questo motivo, avendo invitato i nonni, tre ultra ottantenni, ci eravamo organizzati per tempo e a avremo prenotato un pranzo per 10 persone già una settimana prima. Ristorante avvertito, con tanto di nostro recapito telefonico, torta prenotata, parenti recuperati e portati sulle alture della città. E poi la sorpresa, porta del ristorante chiusa, sala con le sedie sui tavoli, numero di telefono che squillava all’interno, dove non c’era nessuno a rispondere. Per fortuna la prontezza di spirito non manca e, vista la situazione di crisi, un ristorante pronto ad accogliere con gioia 10 persone lo abbiamo trovato. Ma non finisce qui. Alla sera chiamo per capire cosa era successo e mi risponde una ragazza assunta da qualche giorno: “Vi faccio chiamare dal titolare”, ci dice dispiaciuta ma ormai è passato un giorno, e non si è fatto vivo nessuno. Belin che maleducazione.