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Panissa
Dicono di noi:
Ho avuto la sfortuna di organizzare in questo posto il pranzo del mio matrimonio. Una tragedia!
Innanzitutto il proprietario aveva garantito che avrebbe riservato il ristorante solo a noi: ebbene c’erano nella più piccola delle due sale ben tre tavolate di gente, ovviamente del tutto estranea all’evento.
Voglio precisare che di tutto l’allestimento si è occupata mia moglie, perché il titolare più che mettere giù 3 tavoli con relative sedie, non è capace di fare. È però stato capace di scattare qualche foto, pubblicandola sul profilo Facebook del ristorante, che appena avrò terminato questa recensione inviterò perentoriamente a cancellare, dato che, oltre a non averne autorizzata la pubblicazione, contribuisce senz’altro a fuorviare la percezione di ciò che il locale sia realmente in grado di offrire, in maniera ingannevole.
Ma veniamo al menu: antipasto di spiedino di frutta, pane vecchio spacca-denti con miele e lardo e involtini di bresaola. A seguire 4 o 5 fettine di salame tagliate almeno 3 ore prima di servirle e vitello tonnato con salsa tonnata da immaginare, per poca che era.
Primi piatti: un risotto da ospedale, mantecato con lontano ricordo di burro e formaggio e una pasta asciutta, mezza cruda, immangiabile ed assolutamente impresentabile a tavola, roba da mensa della Caritas, dove, muniti di microscopio atomico e di tanta immaginazione, si potevano trovare tracce di ragù di cinghiale.
La sola portata decente è stato lo spezzatino di capriolo servito come seconda portata, dopo che fino a quel momento, posso dire senza tema di smentita, di aver mangiato il peggior pranzo della mia vita, ivi comprese le pause pranzo del lavoro, nei ristoranti a prezzo fisso, pagando coi Ticket Restaurant.
Nel finale è stata portata in giardino la torta, che grazie a Dio era stata fatta da una pasticceria, ma che comunque non è stata conservata in maniera adeguata, perdendo la sua giusta consistenza, è arrivata sul tavolo senza le fontane scintillanti perché, secondo la cameriera, molto sveglia, molto professionale, ‘si sarebbero spente nel tragitto dalla cucina...’, circa 10/15 mt di distanza, per la cronaca...
A tutto questo disastro già di per se vergognoso, vanno aggiunte altre chicche: ad un certo punto, gli amici hanno messo a suonare l’inno della Juve, ma il proprietario essendo milanista ma soprattutto dimostrando grande senso del business, ha provato ad abbassare il volume; lo zio di mia moglie ha fatto patire Bella ciao, ma siccome il proprietario è fascista convinto, tant’è che in un angolo dell’altra sala ha allestito un altarino col duce ed altre simili amenità, ha manifestato fastidio; sempre lui ha poi fatto il conto di 36 coperti, nonostante fossimo in 31, cosa questa che abbiamo realizzato solo il giorno dopo.
Alla fine di tutto questo schifo, io ringrazio i nostri ospiti che, nonostante il pranzo orrendo, hanno saputo farci passare una giornata meravigliosa, ma non il signor renzo, proprietario e gestore di questo locale, che, al termine di questo VERGOGNOSO servizio, ha anche avuto il coraggio di chiedermi se andasse tutto bene...
Non credo abbia compreso che la mia risposta affermativa, era relativa al fatto che stavo lasciando quel posto dove non rientrerei mai più, nemmeno se mi pagassero.
Consiglio vivissimo: NON ANDATECI.
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