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Dicono di noi:
Il disinfettante per le mani all'ingresso, in mezzo alla sala e davanti al bagno (pulitissimo) come misure anti-covid servono a poco se, poi, quando ti vengono portati i piatti a tavola, la cameriera che si occupa del tuo tavolo e lo stesso titolare non utilizzano la mascherina e parlano sulle pietanze che devi mangiare.
Baci e abbracci del titolare coi commensali del tavolo accanto, ovviamente senza mascherina; distanze minime.
Antipasto discreto fino a che non si è arrivati allo sciabacheddu: troppo grande, infatti le spine si sentivano e una abbastanza grossa mi si è conficcata nella gengiva.
Franceschini fritti, troppo grandi anch'essi, gommosi e filanti.
Al momento del primo, tutti i piatti in cui c'erano i paccheri con melanzane, pesce spada (e tanto tanto olio sul fondo) facevano una forte puzza di "buridda" ("quell’odore inconfondibile e nauseabondo di uova" che in Sicilia chiamiamo così e che in Veneto chiamano "freschino"), tanto che in 3 abbiamo chiesto di cambiarli.
La braciole di pesce spada erano valide, probabilmente lo era anche il resto del secondo (pesce alla griglia e gamberoni) ma mi era ormai (dal primo!) passata la fame, poiché, nonostante io abbia quasi subito ripreso la cameriera per la mascherina non indossata correttamente, sia lei sia il titolare hanno continuato a portare i piatti al tavolo parlandoci tranquillamente sopra, in barba a ogni misura anti-covid.
Conto salato.
Non metterò mai più piede in questo locale.
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