Dicono di noi:
E' sabato sera e con una coppia di amici vogliamo provare questo ristorante relativamente nuovo (a Milano dal dicembre 2018) ma del quale ho sentito parlare particolarmente bene grazie alla sapiente cucina dello chef giapponese Takashi Kido. La zona di via Savona è sempre affascinante e ricca di locali che la rendono particolarmente viva anche di sera. E così, dopo un aperitivo al Bar Fiore ed un amarcord, passando davanti al Mexico, di serate danzanti sulle musiche di Rocky Horror Picture Show, arriviamo al locale. L'impatto non è dei migliori innanzitutto perché l'esterno è poco illuminato ed uno sguardo superficiale potrebbe confonderlo con uno dei tanti AYCE che popolano Milano. In realtà, entrando, si capisce subito che si ha a che fare con un ristorante di qualità con arredamenti curati e stoviglie in linea con il posizionamento. Unica grande pecca, che inevitabilmente influisce sulla valutazione, è il fatto che siamo e resteremo tutta sera gli unici clienti (?!?). Effettivamente non ci è mai capitato di avere un ristorante a disposizione a Milano, di sabato sera, in una zona frequentata come questa. La ragazza che serve e ci segue per la serata è molto cordiale, preparata, simpatica ed un po' imbarazzata dalla situazione che comunque cerchiamo di alleggerire subito con qualche battuta. Una delle particolarità del locale è il Wagyu, il famoso e costoso manzo giapponese ai più conosciuto come Kobe (ma attenzione perché tutto il Kobe è Wagyu ma non tutto il Wagyu è Kobe). Oltre alla carta ci sono tre menù, uno da cinque portate a € 50, uno da sette portate a € 68 ed un menù dedicato al Wagyu da € 130. Se si viene qui può valer la pena provarlo e così in tre decidiamo di farci accompagnare in questo viaggio a noi sconosciuto. Il menù prevede, cinque portate più un amuse bouche di benvenuto che fin da subito ci "illumina" ed indirizza sulla cucina dello chef. Il primo piatto è un crudo di Wagyu con pomodorini, melanzane e sesamo nero. Un'ottima commistione di sapori per una carne che fin da subito si rivela eccezionalmente morbida e gustosa. A seguire la Bolognese di Wagyu; delle pappardelle allo Yuzu e Katsuobushi (piccoli fiocchi grattugiati di filetti di tonnetto striato essiccato, fermentato e affumicato). Parliamo di un ragoût premium per un piatto abbondante e decisamente soddisfacente. Si continua con il piatto più sfizioso della serata: Bocadillos di Wagyu Katsu con pomodorino, lattuga e Karashi (simil senape). La cena si chiude con il piatto più rappresentativo e alla fine bramato: filetto di Wagyu Hobayaki con carciofo alla liquirizia. Ed è proprio qui che si può apprezzare al meglio questa sorprendente carne, unica nel gusto e nella consistenza. Un piatto "sontuoso" nonostante la semplicità di preparazione e cottura. Un sorbetto allo Yuzu con miele di castagno è la degna conclusione alla nostra cena nonché un'ottima soluzione per pulire la bocca se non fosse per una golosa piccola pasticceria alternativa finale. Beviamo un paio di bottiglie di vino iniziando dal piacevole Chara 2017 di Feudo Disisa che è un blend di vitigni siciliani come il Catarratto e l'Inzolia (in enoteca intorno ai € 10 qui in carta a € 28) per proseguire poi con il Pinot Bianco Pergole 2015 di Cantina Longariva (in enoteca intorno ai € 17 qui a € 34). Alla fine il conto recita € 271 a coppia che non è sicuramente un prezzo alla mano ma che giustifica un menù a base di quella che è considerata tra le migliori carni al mondo. Per amanti dell'esplorazione. Bibi
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