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Dicono di noi:
Abbiamo prenotato un tavolo per quattro per le 18:30. Rendendoci immediatamente conto che sarebbe stato troppo presto, ci siamo subito corretti, chiedendo di spostare alle 19:00. Dall’altra parte ci sentiamo rispondere “D’accordo, allora segno le 18:30/19:00”. Nel dubbio, ripeto: “Facciamo direttamente alle 19:00”, ma dall’altra parte c’è molta tranquillità nell’insistere sulle 18:30/19:00, per cui smetto di preoccuparmi ed alle 19:05/19:10, dopo aver faticato leggermente a trovare il locale perché ha cambiato nome ed eravamo convinti che si chiamasse ancora Rebelot, siamo pronti a sederci…peccato che il tavolo sia già stato dato a qualcun altro. Ora, capisco che il sabato pomeriggio siamo a Milano e bisogna fatturare, ma per sette minuti mi è sembrato che non si sia tenuto in particolare considerazione il fatto che ci fossimo presi la briga di prenotare. Alla richiesta di spiegazioni, invece di un banale e comprensibilissimo “Scusate, purtroppo la politica del locale è questa e dobbiamo fare così”, che avremmo incassato senza problemi, ci siamo sentiti rispondere che eravamo in ritardo di 40 minuti, cosa che credo altrettanto comprensibilmente non abbiamo accettato e che nonostante ciò ci è stata più volte paternalisticamente ripetuta dal cameriere, lo stesso con cui avevamo parlato al telefono. Siccome sono sicuro che al Chunk si beve e si mangia bene e non mi piace scherzare col lavoro degli altri non do una sola stella, come avrei voluto fare all’inizio, ma di sicuro non siamo rimasti contenti per il modo in cui siamo stati apostrofati. Speriamo che la prossima volta ci sia più chiarezza nella comunicazione, in primis al telefono, e che se si pensa di dare via il tavolo cinque minuti dopo l’orario di prenotazione (il tavolo era GIÀ OCCUPATO quando siamo arrivati) magari si faccia presente anche al telefono, invece di ostentare a parole un’elasticità poi disattesa dai fatti, oppure ci si assumano le proprie responsabilità.
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