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Dicono di noi:
Sicuramente non era periodo e giornata giusta. Molte limitazioni ancora legate al COVID e soprattutto la gara ciclistica che si svolge nelle campagne della Val d’Orcia, hanno influito negativamente sulle preparazioni.
Comunque ci siamo fermati in questo ristorantino un po’ per ripiego per i motivi che dicevo prima.
Si è partiti male già con l’antipasto. Il famoso “antipasto toscano” non presentava nessuna eccellenza. Salumi comunissimi e non con particolare sapore, una fetta di pane con due fette di pomodoro e un’altra bruschetta con i fegatini, sicuramente non indimenticabile. Punti più bassi a panzanella (praticamente pane grattugiato secco e asciutto mischiato a qualche verdura) e una piccolissima porzione di pappa al pomodoro difficile da distinguere come tale. Fave e pecorino troppo fresco. Ma questo, ovviamente a mio giudizio.
Quel giorno abbiamo mangiato tutti il primo. Il mio, spaghetti con pomodorini e pecorino devo dire che dei 4 era forse il meglio riuscito. Gli altri amici hanno tutti mangiato le famose pappardelle al cinghiale. Non esisteva una pappardella più lunga di due/tre centimetri. Tutte rotte, ma soprattutto a quanto risultato da chi le aveva ordinate, il cinghiale non era esattamente presentissimo nel ragù.
Sul vino, per carità. Non esprimo giudizi perché la scelta l’abbiamo sbagliata noi quindi...
Servizio a doppia velocità anche se non sgarbato e un prezzo non esagerato.
Forse andrebbe riprovato in altra occasione.
Purtroppo a noi è andata malino direi.
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