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Dicono di noi:
Invitata per una ricorrenza familiare. Il titolare era stato avvertito della presenza di una vegetariana. Le incomprensioni con la cameriera iniziano già dagli antipasti - a base di pesce - che io rifiuto. Ma mi viene detto che nei giorni precedenti avevano avuto esperienza di un vegetariano che gradiva il pesce. Non sono solita fare propaganda o educazione alimentare, per cui mi limito a dire che io invece no, non mangio pesce. L'alternativa mi viene portata, buona. Dopo il primo e il sorbetto, vengo totalmente ignorata. Discretamente (ero un'ospite) facevo notare di non avere avuto nulla per secondo, la risposta è stata spiazzante: "I secondi sono di carne!". Non mangio carne dal 1985 e da allora ho sentito di tutto, ma non immaginavo di ricevere una risposta del genere nel 2021. A chiosa dell'episodio, la suddetta cameriera - mi è parso persino che cercasse di essere simpatica - ha raccontata che qualche giorno prima un vegetariano "dopo aver fatto impazzire il cuoco" (che pretese, vero?), a fine serata ha mangiato cevapcici, un piatto a base di carne speziata di origine balcanica.
Alla fine, mentre stanno per portare il dolce, mi vengono proposti un'insalata o degli asparagi. Declino gentilmente l'offerta.
Temo che il costo del mio pranzo sia stato pagato integralmente, ma sinceramente non lo so.
La bellezza del giardino e la rustica semplicità dei piatti tipici non sono affatto disprezzabili. Ma pensare che una qualsiasi richiesta che esuli dal menù proposto per venire incontro a esigenze o scelte diverse venga accolta come una seccatura rende il pranzo una esperienza che non intendo ripetere.
Peccato.
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