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Dicono di noi:
Sabato di sole sul Montello, e, per tutto il pranzo, siamo l’unico tavolo. Meglio - pensiamo - saremo coccolati.
Purtroppo così non è stato: la cameriera, seppur gentile, spariva in continuazione in cucina a chiacchierare e, dopo lunga attesa, bisognava andarla fisicamente a chiamare lì (pure alla fine, per il conto)!
Lo sformato di erbette, i cappelli di porcini ripieni di uovo e il brasato erano mediocri (la carne in particolare era stopposa).
Ma la cosa più strana sono stati i “raviolotti ai porcini”, in cui non sono pervenuti i porcini: in un ristorante in passato conosciuto per i funghi, essendo fuori stagione, ci saremmo aspettati fosse utilizzato almeno un prodotto di qualità decongelato, magari del Montello, se non quelli freschi “di maggio”. Dopo aver chiesto in cucina, la cameriera ci ha riferito che i funghi erano nell’impasto del ripieno (vedi foto). Purtroppo, si trattava con evidenza di un prodotto acquistato già pronto, senza sapore, condito con burro e un pomodorino.
Il signore anziano all’ingresso, probabilmente padre del titolare, è rimasto lì tutto il tempo, e si è limitato a salutarci all’ingresso e all’uscita. Nessuno che ci abbia chiesto come fosse andato il pranzo.
Purtroppo non abbiamo visto passione per la cucina, cura delle materie prime, attenzione al cliente.
Non capisco che senso abbia restare aperti in questi termini.
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