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Dicono di noi:
Arriviamo a Padova per una visita alla meravigliosa basilica del Santo. È tardi, cerchiamo prima un posto per pranzare, ma dato che siamo in Veneto (;-)), non ci accontentiamo di un posto per turisti e passeggiamo nei dintorni. Pochi minuti e per caso raggiungiamo il Padovanino. Dal candore delle tovaglie, la compostezza del servizio e l’ordine, capiamo che saremo bene accolti. È tardi (quasi le 14), ma proviamo. La cucina è quasi chiusa, ma veniamo accolti veramente con cortesia e calore. Bel tavolo e bell’ambiente, curato. Dopo 2 minuti ci sentiamo già a casa e ci facciamo consigliare. Mangiamo un risotto stupendo con astice, gamberi e tartufo estivo (sì, tartufo, ma non copriva gli altri sapori perché molto delicato), una ricciola all’aglio nero con Catalogna spigata e puntarelle, un bicchiere di spumante. Il piccolo prende degli gnocchi “piastrati” al ragù e tartufo, dichiarando solenne per la prima volta in vita sua “i migliori che abbia mai mangiato”. (Da uno che non mangia nulla è proprio eccezionale). Tutto buonissimo, anche il pane (tre tipi, fatto al momento è caldo in tavola). Qui tutti sono gentili, discreti (di supporto ma non martellanti) e percepisci immediatamente la loro passione, che francamente ci ha emozionati. Almeno quanto la loro cucina. Abbiamo concluso con un dolce buonissimo allo zabaglione e crumble e un buon caffè. La ristorazione italiana ha bisogno di gente come loro. Noi ci torniamo sicuramente, anche apposta da Milano. Voi fate come volete ;-)
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