Dicono di noi:
Sono al Castello di Parella per un week-end di festeggiamenti e la sera decidiamo di fermarci a cena nel loro ristorante gourmet. L'ambiente è decisamente scenografico in quanto si cena in sale affrescate degne del miglior Downton Abbey. All'ingresso un grosso cubo trasparente nel quale lo chef (Massimo Masciaga) e la sua brigata cucinano al meglio i piatti del ricco menù. In una sala adiacente, con non più di una ventina di coperti, alcuni tavoli, ben distanziati tra loro, accolgono i clienti (dell'hotel e non). In sala due persone: il maître ed un cameriere. Il servizio è abbastanza rapido ma il livello, viste le ambizioni del ristorante, potrebbe e dovrebbe essere migliore. Nulla di particolarmente negativo ma piccoli dettagli da rivedere come l'approssimazione nella descrizione dei piatti, qualche lentezza di troppo, un'eccessiva insistenza nella mescita del vino... Il menù prevede una carta ed un menù degustazione a € 65. Noi optiamo per la carta con un paio di portate a testa oltre alla pasta al pomodoro per mio figlio (€ 12!!!). La cena inizia con alcune amuse bouche: un paio di macarons con formaggio e fois gras (già visti tante altre volte) ed una carbonara ricreata sotto forma di bastoncino croccante (originale e gustosa). Le amuse bouche non terminano però qui (plus) e continuano con una piccola tartare di Fassona, un cubetto di coniglio disossato ed una rivisitazione di una piccola caprese. Qualità delle materie prime buona per un piattino ricco e variegato. Il cestino del pane si presenta molto bene e prevede un cubetto di focaccia, un panino comune ed una piccola focaccina integrale da abbinare al classico olio evo. Come antipasto io prendo il Poke Vistaterra che prevede un mix di pesci d'acqua dolce cotti e crudi su crema di yogurt, frutti rossi e foglie aromatiche (€ 19). Il piatto si presenta bene; è molto colorato e scenografico. La qualità delle materie prime è buona ma l'insieme degli abbinamenti non mi convince in quanto il gusto complessivo rimane troppo sbilanciato verso l'acidità della frutta a sfavore del pesce. A seguire provo il risotto Carnaroli mantecato al pesto con ragù di pesce di lago e sorbetto al pomodoro giallo (€ 22). Un buon piatto, senza però particolari guizzi creativi. Beviamo una bottiglia del loro Erbaluce biodinamico Colleluce 2017 che è un vino "educato" senza troppe pretese (€ 19). La cena si conclude con un ricco e visivamente appagante vassoio di piccola pasticceria e con un bicchiere di Cognac Brillet Petite dal deciso sentore di pera (che ci viene offerto). Alla fine il conto dice € 110 che è un prezzo adeguato al livello del ristorante e a quanto mangiato. Con uno sforzo in più potrebbe ambire a maggiori riconoscimenti. Bibi
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