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Dicono di noi:
Ormai quest’angolino di Passignano, questa piazzetta in penombra, questo pergolato riposante e protettivo ci sono entrati definitivamente nel cuore. Qui si ferma il tempo, qui si viene scaraventati al centro del mondo, almeno per un paio d’ore: Il Pescatore non è solo una trattoria storica di Passignano e del Trasimeno, è il centro vorticoso e inebriante di una cucina e di una cultura, il punto di arrivo ma anche di partenza di chi fa delle proprie papille uno strumento di gioia. Parliamo in particolare del lago e di quello che può dare: l’antipastissimo è un’opera d’arte in movimento, con i sapori, gli odori e i colori che cambiano a seconda del pescato e delle idee, stupendamente indescrivibile il giorno dopo ma che sul momento ti trascina nel qui e ora dei sensi gastronomici, con i suoi numerosi assaggi di preparazioni a base di pesce di lago, una più buona dell’altra, in un rallentamento sempre più marcato della forchettata, per far sì che il momento si estingua il più tardi possibile... Non abbiamo ordinato i pur fantastici primi, l’ultima volta, anche se li avevamo già provati in passato e li riproveremo prima possibile, ma siamo passati subito ai secondi con l’anguilla al coccio e il coregone alla Nino: la prima equilibratissima col suo sughetto di pomodoro a contrastare, o meglio completare, il grasso della succulenta carne, per un piatto da pulire fino in fondo facendo rigorosamente scarpetta; il secondo rischioso nella sua semplicità, perché se non azzecchi la cottura di pomodoro e odori vari insieme al coregone può saltar fuori un piatto slegato e nel complesso banale, mentre invece era sorprendente nella sua completezza e nella perizia messa nella preparazione, il che lo ha reso davvero eccellente. Una bottiglia di ottimo vino rosato umbro, più un rinforzino di 1/4 sfuso altrettanto degno, quasi non bastavano ad accompagnare i piatti e la felicità che si era creata a quel tavolo, con la candela accesa e la sera calata dolcissima sulla piazzetta. Un tiramisù fatto in casa è stato accompagnato da un buon Sagrantino passito e da un amaro tradizionale umbro, per concludere la magia, far ripartire il tempo e dilatare lo spazio, e per far rinascere, già a pochi minuti dalla fine, il desiderio di ritornare sotto quel pergolato, al centro di Passignano, dell’Umbria e del mondo.
Mai compleanno fu festeggiato con più soddisfazione
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