Dicono di noi:
Dolce domenica di fine gennaio. Il sole fa capolino, non è troppo freddo e non tira vento, Da tempo ho desiderio di ritornare in questo agriturismo dopo oltre 10 anni di assenza e dopo che la gestione è stata assunta da 2 giovani imprenditori locali, che hanno deciso di dare seconda vita a un comprensorio comprendente l'area mineraria zolfifera di Apaforte/ Stincone e l'adiacente area Bosco, miniere di zolfo le prime due funzionanti fino agli anni 50 e sali potassici l'ultima funzionante fino agli anni 90. So che il posto è diventato area attrezzata, allevamento animali e percorsi didattici. Con un amico munito di fuoristrada ci rechiamo nel sito, la cui selvaggia bellezza, solo lievemente alterata da reperti di archeologia industriale visibili tra gli alberi, è notevole, La strada per arrivare alla Palazzina Uffici, ora corpo centrale dell'agriturismo, lascia intuire la vastità del latifondo siciliano. Di tanto in tanto, aree di lavoro dello zolfo, case sparse, qualche macchinario, Struggente bellezza, che apprezza in pieno chi conosce l'epopea siciliana dello zolfo, unica industria nella provincia di Caltanissetta per oltre un secolo. Arriviamo finalmente a quella che fu la Palazzina degli uffici, trasformata in ampia sala da pranzo e finemente ristrutturata. Tavoli larghi, sedute comode, al centro un lungo tavolo a U occupato da una allegra comitiva. Anche se il salone è affollato, non si avverte confusione e subito veniamo accuditi. La formula è quella dell'agriturismo, non si ordina, si mangia ! Antipasto abbondante e ottimo di sapore; notevole la caponata e la ricotta. Due primi, cavatelli fatti in casa col pomodoro e trofie con ragù bianco di salsiccia. Per secondo, diversi tipo di carne arrosto. Il tutto annaffiato da vino rosso locale, Il servizio, malgrado la confusione, è celere e tra una portata e l'altra non ci sono tempi morti, Finito il pranzo, la gentile signora Stefania ci accompagna a visitare l'ingresso di una discenderia nelle immediate vicinanze: ho visto diverse discenderia di miniere di zolfo, in una sono anche sceso nelle viscere della terra. Ma un qualcosa del genere di quelle vista ad Apaforte non ne avevo mai viste. Pendenza di discesa oltre 45 gradi. Gradini spezzati, che ovviamente aumentano la fatica. Cunicolo strettissimo e tortuoso. Difficile solo immaginare che da qual budello che scende per diverse centinaia di metri salissero e scendessero i minatori e i Carusi, questi ultimi con a spalla la gerla piena di materiale. La comitiva che ha desinato con noi prosegue l'escursione nell'area. La signora Stefania mi dice che è ancora visibile una quadriglia di forni Gill perfettamente conservata. Me la riservo per una prossima visita. Giornata interessante e piena. Bella la location ( migliorabile la strada d'accesso , mi dicono che stanno per aprire una via più agevole ), ottimamente restaurato il locale pranzo, cibo di squisita qualità, ben cucinato e abbondante: servizio celere, dintorni godibilissimi.
E ora una notazione personale : sono da sempre affezionato a questi luoghi, e ne sentivo parlare 50 anni fa da bambino. I miei zii, negli anni 50, sono stati tra gli ultimi esercenti privati della miniera di Apaforte per l'estrazione dello zolfo. Vedere questi luoghi che tornano a nuova, diversa vita, non può che farmi piacere.
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