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Sapori e ritorni così mi piace ricordare il pranzo di ieri, Domenica 7 Febbraio, nel ristorante capitanato da Luigi e dal figlio Mario. Su suggerimento di un mio amico che conosceva la vecchia gestione ho voluto "rischiare" e ho conquistato tutto il "piatto" : praticamente ho conquistato il mio jolly culinario. Siamo stati avvolti e accolti da colore e calore della gente genuina che ti riconcilia con le cose semplici del luogo. Abbiamo scelto delle portate alla carta con un antipasto di salumi non banali, di spessore. Luigi ci ha fatto poi assaggiare una provola scottata e adagiata su una foglia, che le faceva da culla, di limone che è l'agrume prevalente e che domina la zona...li' la costiera è a pochi kilometri. Il territorio è tutto ma se mangi con alle spalle il Vesuvio che strizza l'occhio innamorato ai monti Lattari con la colonna sonora di brezza marina che ti arriva dalla Costiera di certo la percentuale di successo culinario non la quotano alla Snai perchè come recita un recente spot: " Ti piace vincere facile"....
Luigi sempre presente e attento come un oste di ottocentesca memoria si è rassicurato, in modo mai invasivo e pervasivo, di quello che stessimo mangiando chiedendoci pareri schietti e non risultando mai autoreferenziale. I primi mangiati sono stati uno spaghetto gragnanese allo scarpariello con pomodorini gialli e rossi di Corbara (on top) e gnocchi al tegamino. Sono sincero però dove ho esultato e organizzato un coro con gli amici e gli altri commensali è stato quando abbiamo mangiato 3 bistecche di 700/800 grammi di pezzatura con sapore che avrei voluto conservare e sigillare per poterlo poi riscoprire magari a casa ripetendo l'esperimento culinario: ma mi sono arreso da gentiluomo all'evidenza che non ne' sarei stato in grado
Il resto l'ha fatto il vino, fatto dal papà di Luigi, che ci ha coccolato e carezzato il palato senza risultare mai prepotente e invasivo. Ci ritorneremo? Già guardo il calendario per incastrare situazioni famigliari e lavorative e racconto a chi conosce la mia bramosia di appetito e di ricerca di posti come questo che per me è necessario ritornarci. Perchè al pettirosso non hai la fretta di guardare l'orologio, hai sol la certezza di mangiare benissimo e che tutto ciò ha vinto sulla speranza e su ogni aspettativa leopardiana che ci riconcilia con la bellezza
Grazie da Donmimi' da Napoli
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