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Dicono di noi:
Faccio una premessa ad uso dei gestori che molto probabilmente penseranno di replicare alla mia recensione: sì, è passato del tempo, ma non c'è locale da commentare che non mi rimanga perfettamente impresso nella memoria (anche perché scatto SEMPRE foto e ricordo ogni dettaglio); per cui non mi voglio astenere dal condividere con gli altri lettori le mie impressioni, soprattutto in un caso simile. Poi per carità, dopo un anno è molto probabile che il periodo di rodaggio abbia contribuito a migliorare le cose e in tale eventualità mi scuso anticipatamente con i gestori; del resto ogni cliente ha gusti diversi e gli altri commentatori sono liberi di valutare in modo opposto.
Non ero mai stata in questo ristorante, ma avendo notato una locandina che pubblicizzava alcune serate gastronomiche al “Doi taggiaen” avevamo prenotato per quella denominata "Il mare in collina", a prezzo fisso di € 25,00 a persona.
Appena entrati nella grande sala (la principale e più grande, ma passando ho visto un paio di altri ambienti più piccoli) dove quella sera erano apparecchiati i tavoli (poca gente in verità), ci aveva subito assaliti un odore forte e penetrante la cui origine ancor oggi non saprei identificare con certezza, forse di un qualche fastidioso prodotto per la cura del legno? Ne è talmente pieno il locale che ho pensato a quello, più che a trattamenti del pavimento o altro. Sta di fatto che per tutta la sera abbiamo mangiato pietanze il cui sapore si impastava inevitabilmente con quell'odoraccio ormai entrato nelle nostre narici... E già questo aspetto, che ci ha indotti da allora ad evitare quel ristorante, non è stato affatto piacevole.
Ma veniamo al menù.
La serata prevedeva:
- antipasto 1: impepata di cozze (queste buone, una volta ogni tanto il pepe ci può stare);
- antipasto 2: insalata russa di mare (due palline a testa, poca quantità ma anche questa buona);
- un primo: linguine con acciughe fresche e pomodorini (buone ma caspita, era l'unico primo... almeno questo lo vogliamo servire in quantità soddisfacente?);
- un secondo: fritto misto mare e monti. Qui viene il bello... Da un lato, pure questo, scarso in quantità soprattutto perché gran parte era costituita da verdure a discapito del pesce; ma, d'altro canto, sarebbe stato meglio lasciare nel piatto tutti i filetti di melanzana perché completamente intrisi d'olio! Ma insomma, se non lo sa uno chef che la melanzana assorbe tantissimo e che l'unico modo per friggerla in modo decente è asciugare molto bene le fette tagliate un pó spesse e impanarle bene, ma a fette, non a fiammifero come le patatine (e mi sembra che non fossero nemmeno impanate). Mai viste proposte così in altri ristoranti, tant'è vero che subito non avevamo capito che fossero melanzane (pensavamo appunto alle patatine) e ce ne eravamo accorti quando era già troppo tardi…; in generale, comunque, tutto quel fritto aveva assorbito abbastanza e avevamo faticato a digerirlo;
- dolce della casa (un piccolo trancio di panna cotta);
- acqua mi pare da 75 cl, vino (un rispettabilissimo Chardonnay Cantina Tollo, buono per carità, ma un semplice IGP che si trova in vendita per 4 € a bottiglia), caffè (noi non l'abbiamo preso), amaro della casa (in realtà mio marito soltanto l'aveva preso ed era, mi pare, una comune grappa di fabbrica).
La conclusione è che siamo rimasti con appetito insoddisfatto (al netto del fastidio dato dal fritto pesante), situazione peraltro aggravata dal fatto che la Signora che serviva (che presumo fosse la titolare) si era recata più volte presso un solo tavolo tra i pochi occupati per chiedere se volessero dei bis, tralasciando completamente noi e un'altra coppia nelle cui occhiate e nei cui gesti mi sembrava di scorgere lo stesso nostro disappunto per non essere stati considerati... Potevamo chiederlo noi? Anche no, o meglio: ad aver saputo che la frittura sarebbe stata così malfatta, col senno di poi, prima del secondo, ci saremmo fatti avanti per cercare di avere altre due porzioni di spaghetti, ma chi poteva immaginare il seguito?
Senza contare che era tutt'altro che piacevole restare a lungo a tavola, circondati per tutta la cena da quel cattivo odore di cui ho già scritto (e non siamo solo noi con un fine olfatto, l'hanno menzionato altri recensori). Diciamo che se si fosse trattato di una cena all’aperto questa componente negativa non ci sarebbe stata...
Dopo non molto ci eravamo recati a saldare il conto, e udite udite… il prezzo fisso di € 25,00 a persona veniva incrementato di € 1,50 a testa per il coperto! Ma quando mai? Se è fisso si intende tutto incluso, mai vista una cosa simile… tanto più che non avevamo voluto nemmeno i due caffè e io non avevo chiesto il digestivo. Non ci cambiano la vita i 3 euro, è una questione di principio, anche perché il costo del coperto al giorno d’oggi si giustifica solo se il locale serve pane o focaccia o grissini fatti in casa e magari con farine speciali, lievito madre ecc. ecc., non certo quando (come in questo caso) c’era, mi è parso, un normalissimo pane di farina leggera.
Se la serata gastronomica del 7/9/2018 voleva essere un modo per farsi conoscere dopo essere subentrati da pochi mesi alla storica gestione Ferrando (che io peraltro non avevo mai testato), con noi non ha avuto un seguito… peccato.
Magari provare ad andarci d’estate all’esterno, fuori da quella sala e sperando in porzioni più abbondanti e in un fritto ben fatto? Chissà…
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