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Dicono di noi:
L'ultimo giorno prima di Natale in cui è possibile pranzare al ristorante prima di nuove disposizioni, mi porta, per lavoro, in questo caratteristico e caldo locale alle porte di Milano. Il mio è un arrivederci ad una categoria che sostengo tanto e alla quale sono molto vicino a causa delle ripercussioni che queste continue chiusure stanno avendo sull'intero settore. Il ristorante si trova sull'angolo di due strade impersonali e dall'esterno non è nulla di che. Quando si entra si trova però subito un'altra atmosfera che mette a proprio agio. Due sale, una gestione famigliare ed un menù che spazia tra piatti di pesce e di terra senza particolari guizzi creativi. Io inizio con la piovra calda con patate, olive, prezzemolo e pomodoro (€ 12). Un super classico che mi ricorda l'infanzia e per il quale ho sempre un debole. Buone le materie prime per un piatto che soddisfa le mie aspettative. A seguire un piatto fuori carta: le zuppetta di seppie (€ 18). Anche in questo caso il piatto è ben fatto, gustoso ed abbondante. Meno interessante il filetto di branzino (€ 18) mentre sono buone le capesante gratinate (€ 14). Accompagniamo il pasto con una bottiglia di Sauvignon Pepi di Cantina Tramin; un ottimo Sauvignon in purezza con sentori di agrumi, frutta bianca ed erbe aromatiche (in enoteca intorno ai € 14, in carta a € 23). Il servizio, a parte un disguido sul vino, è cortese e 'casalingo' ma il conto di € 53 a testa lo trovo eccessivo rispetto a quanto mangiato. Bibi
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