Dicono di noi:
È il paese delle patate, sotto il monte Fuso e a pochi minuti da Lagrimone.
Una cinquantina di abitanti, strade strette che portano al centro di un gruppo di case in sasso dove, senza insegna, troverete questo indirizzo prezioso.
Se cercate una trattoria semplice e familiare, per intenderci quelle che tutti chiamano “di una volta” e che non si trovano più, dove il cibo è saporito, generoso, magari un po’ pesante, dove il vino è bianco e rosso o poco più, se volete tutto questo e un prezzo onesto, allora è qui ciò che cercate. “Locanda monte Fuso”, ma per tutti è “da Pini”, dove vi accoglie con un sorriso la signora Rita, ma il suo vero nome è Angela.
Vi siederete nella sala interna del camino in pietra o in quella all’ingresso dove c’è il bancone del bar o fuori, tempo permettendo, attorno a un robusto tavolone in legno. Tovaglie gialline e copri macchia bianchi come le vecchie, vissute stoviglie Ginori semplicemente tonde e capienti.
Niente menu scritto: la signora vi dirà cosa propone oggi la sua cucina, se c’è una sedia libera si siederà vicino a voi per spiegarvi meglio e, se come noi avrete ordinato l’antipasto di salumi, vi sgriderà perché “vi rovinano il pranzo”, specie se poi vorrete assaggiare un po’ di tutto.
Si mangiano i piatti della cucina locale, ricchi di condimento, dove patate e funghi (ora porcini) sono la base di ogni cosa.
Ai primi, non perdetevi i tortelli di patate: per il sapore preciso del tubero, marezzato con un po’ di erbette tritate, per la soffice tenuta della pasta, per l’equilibrio del condimento di burro e Parmigiano. Sorprendente è poi la zuppa: pane vecchio reso morbido e condito con salsa ai porcini, pomodoro e piselli a formare un piatto radicato nel passato e nell’uso della cucina povera, in realtà senza tempo, capace ancora di conquistare per la nobile semplicità e la pienezza del sapore. Tagliatelle o sodi gnocchi di patate esauriscono la proposta di primi piatti. Per secondi, hanno preparato le scaloppine ai funghi e gli arrosti: buona la lonza di maiale.
Un ricco piatto di torte secche, la crostata con la marmellata e la ciambella da intingere nel vino bianco. Piccola cantina e l’onestissimo conto, tutto compreso, di 25 euro.
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