Dicono di noi:
Probabilmente l'unico motivo per cui un rifugio, con una accoglienza così pessima e un servizio così misero, non sia ancora fallito, è la location da perdere il fiato.
Ci siamo recati in questo rifugio con amici e un cane. Dopo ripetuti contatti telefonici ci è stato garantito che il cane poteva accedere al rifugio, ma non alla stanza.
Arrivati al rifugio si viene a scoprire che il cane può stare solo in una anticamera, al freddo, senza disponibilità di coperte. La motivazione sarebbe che i cani puzzano e perdono pelo. Lo stesso si può dire del 99% delle persone che giungono a un rifugio dopo 3 ore di cammino immagino...
La cena è stata a dir poco penosa, la scelta era tra un piatto di pasta insipido con un mestolo di passata di pomodoro e un minestrone. Come secondo polenta insapore, accompagnata da spezzatino direttamente da una latta o un pezzo di formaggio (non fuso, certi lussi non sono possibili).
Le camere si possono salvare, anche se i letti sono stretti e dell'anteguerra. I bagni sono invece assolutamente insufficienti: una turca per sesso, ma solo al piano delle stanze, dato che al piano terra sono a pagamento.
Con la colazione si tocca il fondo: caffè solubile (nonostante ci sia una macchina da caffè professionale), latte in polvere e una fetta di pane raffermo con del burro e marmellata. Se qualcuno volesse una torta disponibile, con sovrapprezzo.
Tutto questo si conclude con ben 79€ a testa per il soggiorno + cena + colazione, corredato di una lunga lista di extra (neanche l'acqua è compresa). La beffa arriva quando ci vengono anche addebitati 10€ per la sanificazione della coperta utilizzata per il cane. La nostra colpa aver preferito coprire un cane tremante al gelo, piuttosto che farlo semplicemente morire di freddo. Da precisare è come solo tale coperta, a detta della gestrice, verrà sanificata, e non tutte quelle del rifugio, come assolutamente indicato dalle attuali norme per il contrasto del SARS-CoV-2. In generale le norme igieniche non sono assolutamente mantenute.
Concludo confidando che il CAI di Milano proprietario del rifugio, cambi al più presto gestione dello stesso, poiché una location così splendida non potrebbe e non dovrebbe essere rovinata da un personale così sgarbato ed ostile.
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