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Dicono di noi:
Primo pranzo all’aperto post apertura.
Ritorno alla Corte del Noce dopo parecchi anni e dove dal 1983, Graziano in cucina e la moglie Mina in sala e cantina, propongono arte culinaria e savoir fare.
La location in esterna della Corte del Noce è gradevole e rilassante, pur con il meritato pienone odierno.
C’è la possibilità di scegliere fra il menu pranzo di lavoro e “à la carte”, quest’ultima sarà la mia preferenza.
Nell’attesa delle portate scelte, il Franciacorta brut “Padron & co” Azienda Carla Vittoria accompagna tre discreti apetizer.
Si comincia con le Capesante, dove i molluschi sono in perfetto contrasto con le note decise del cipollotto saltato e il dolciastro e la cremosità dell’infuso di carote e sedano rapa. Con un pizzico di piccantezza in più sarebbe il top.
Ottimo Greco di Tufo Quinto Decimo che ha svolto al meglio il suo compito di giornata.
A seguire gli ottimi e gustosi Spaghettoni “Verrigni”, dalla perfetta cottura e proposti con passatina di datteri canditi, scampi e caviale Calvisius. Di ottima qualità i crostacei e di gran gusto le uova di storione. Il piatto piacione della giornata, perfettamente abbinato con il Verdicchio di Villa Bucci
Si sente ma non dà per nulla noia la soia utilizzata nella marinatura dell’eccellente Black Cod, impiattato con miso e cipolla di Tropea candita che contribuiscono a dare rotondità al piatto. La Passerina in abbinamento fatica leggermente a supportare il piatto.
Sono al termine delle portate salate e viro sul dolce con il Mojito, semifreddo al lime, sfera del cocktail cubano e biscotto di pasta sable. Bella idea, ottima presentazione ma da rivedere la temperatura di servizio, troppo bassa che ne ha anestetizzato il gusto pregiudicandone il risultato finale.
Ottimo il Pedro Ximenez “Montilla Moriles”
Si conclude con due pezzi di piccola pasticceria, buoni, e un digestivo a base vegetale.
Ulteriore chicca finale in degustazione.
Uno squisito salame bergamasco, con spessore della fetta, come si usa dire, da “disciplinare” (erano anni che non ne degustavo uno così buono) ed un appetitoso Agrì di Valtorta stagionato. In abbinamento uno spettacolare Sogno (Blanc del blancs pas operè) 2014, Cà del vent.
In conclusione: ambiente curato ed elegante, materie prime di gran pregio, ottima cucina e con ampi margini di miglioramento, menu completo e molto interessante, ottima carta dei vini non banale, accoglienza e servizio professionale ma al tempo stesso familiare.
Quindi, se transitate per Villa d’Adda o siete in visita al famoso e ancora funzionante traghetto a mano di Leonardo, una capatina alla Corte del Noce è d’obbligo.
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