Dicono di noi:
Sono capitato lì per caso. Non c'ero mai stato né a Mergo, né a Il Tiglio. Siamo arrivati senza prenotazione e ci hanno accolto benissimo. Ho preso ravioli col tartufo e come secondo il coniglio in porchetta. Non lo so perché l'ho preso. Ero convinto che sarebbe stato un disastro: una cosa insipida e fatta male, come si vede nei ristoranti. I commensali erano la mia famiglia e hanno preso tortellini, carne bovina semplice sulla pietra e erbe saltate. I ravioli erano squisiti e la materia prima era superlativa. Lo si capisce non solo dal sapore, ma dalla consistenza della pasta, fatta con uovo di gallina a stabulazione libera. Il coniglio era invece superlativo. Nonostante mi fossi messo di punta per trovarci qualche cosa di sbagliato, non sono davvero riuscito a vederci niente di meno che straordinario. Il coniglio è un piatto complicato. Ci vuole un sacco di tempo, è difficile trovare la cottura giusta, il ripieno può trovare note di amaro esagerate. Questo era perfetto. Meglio di come l'ho mangiato dalle mie parti dove è un piatto della tradizione. La varietà del menù era sufficiente: scelta limitata, ma senza alzate di ingegno fuori luogo. Il prezzo è stato secondo me troppo basso. D'accordo che la materia prima, tranne il tartufo, non è costosa, ma il tempo per cucinare il quel modo va retribuito. 80 euro non sono sufficienti. Questa gente è fatta così: si sminuisce, non capisce il valore di quello che fanno. O forse lo capiscono, ma sono prudenti. Chi lo sa? Il panorama. La campagna da quella parte dell’alto anconetano è bellissima. Abbiamo mangiato all'aperto. Covid 0.
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