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Dicono di noi:
Ci troviamo nel paese di Selva di Val Gardena in settembre, nelle giornate appena precedenti alle chiusure delle strutture al termine della stagione estiva.
Dopo una giornata di camminate dobbiamo cenare, ma non siamo alla ricerca di nulla di particolare; non abbiamo quindi aspettative alte: solo un posto in cui mangiare un buon piatto. Optiamo quindi per questo ristorante a pochi passi dal nostro hotel.
Il menù all'entrata si presenta come una proposta "turistica" con qualche piatto tipico e prezzi nella media.
Appena entrati (ammetto che era un po' tardi, quasi le 21, che per le abitudini di questa zona sembra essere al limite dell'accettabilita'), ci premuriamo quindi di chiedere se fosse possibile comunque cenare.
Ci viene detto di sì, senza precisare alcuna restrizione.
Ed è qui che nasce il problema.
Date le premesse di cui sopra, saremmo stati disposti ad adattarci, ma sarebbe stato corretto informarci.
Invece, appena seduti, ancora prima di ricevere il menu, ci viene chiesto se sapevamo già cosa bere: ordiniamo.
Al momento dell'ordine non ci è possibile ordinare quanto scelto in quanto "avrebbero chiuso alla fine della settimana".
Ripieghiamo su una porzione di canederlo in brodo seguito da una porzione di patate al salto e su un carré di maiale.
Canederlo discreto, ma con brodo di dado.
Carrè composto da una sola fetta di carne (solitamente il carré ha la prerogativa dell'osso con una bella rosolatura) senza alcun condimento, accompagnato da un mucchietto di crauti e patate.
Niente pane. Lo richiedo e viene portato un cestino con 2 panini.
Al termine mi viene chiesto se avessimo finito ed io ricordo che avevo ordinato le patate. La cameriera mi dice: "ma é sicura?"... Rabbrividisco...
In 30 secondi arrivano le patate, sia per temperatura (di fuoco all'interno e tiepide all'esterno) che consistenza palesemente scaldate al microonde (anche perché, avendole dimenticate, vedo improbabile le avessero preparate in 3 minuti).
A questo punto ci raggiunge la titolare che ci chiede se volessimo ordinare qualcosa di freddo, perché il cuoco va via quando non c'è gente. Non capisco: in sala erano presenti otto persone oltre a noi. Inoltre dal nostro ingresso era passata 1/2 ora... Noi non siamo gente? Te ne vai prima di aver verificato che le ordinazioni siano terminate?
A questo punto cordialmente rifiutiamo l'offerta e paghiamo (35 euro con quanto sopra più acqua e una birra media). Il conto è stato in linea con quanto ordinato.
Siamo a fine stagione, si capisce stanchezza e calo di motivazione, così come l'offerta un po' più limitata.
Ma un vero professionista della ristorazione deve sempre fare il possibile per fare sentire l'ospite a proprio agio, con educazione e trasparenza (e qua ricordo la mia affermazione iniziale: ove informati avremmo potuto scegliere se fermarci o cercare altra opzione).
Anche il cliente é un lavoratore che vuole investire i propri soldi per un servizio di valore.
Questa mia recensione riporta la mia esperienza e vuole principalmente fornire qualche spunto ai gestori e non demotivare gli avventori (felice se la loro esperienza sarà migliore della mia).
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